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lo sfogo di una studentessa

Quarantene, Dad e classi fredde: il Covid nelle scuole italiane ha messo a dura prova gli studenti. A due anni dallo scoppio della pandemia, gli studenti lamentano una situazione poco edificante all'interno delle mura scolastiche.

Sì perché quando non sono in Dad, gli studenti devono affrontare le lezioni in presenza in condizioni davvero precarie e debilitanti. Riscaldamenti non funzionanti e finestre aperte, al fine di arieggiare, pregiudicano infatti il normale svolgimento delle lezioni, con gli studenti costretti ad indossare sciarpe e cappelli per tutta la giornata. E Skuola.net ha documentato la situazione nelle scuole italiane anche grazie alle migliaia di segnalazioni giunte da studenti di ogni parte d'Italia.

”Stiamo rischiando la salute mentale”: lo sfogo della studentessa

L'ultima in ordine di tempo è la segnalazione di una studentessa che ci racconta come nella sua classe, lei e i suoi compagni, siano tutti costretti a fare ricreazione consumando la merenda con la testa fuori dalla finestra: “Per mangiare ci fanno mettere la testa fuori dalla finestra. Oppure possiamo decidere di non mangiare e bere per sei ore: oltre il Covid, stiamo rischiando la salute mentale”.
La decisione della scuola può essere spiegata dal fatto che si sia voluto ridurre il più possibile le occasioni in cui la mascherina viene tolta all'interno della classe, per scongiurare eventuali contagi, in particolare in assenza di adeguato distanziamento. Ma è certo che non è una situazione sostenibile, seppur necessaria, per dei ragazzi costretti a stare a lungo in aula.
Una situazione a cui va aggiunta l'assenza di aeratori, che consentirebbero una corretta aerazione nei locali permettendo ai ragazzi di fare lezione con le finestre chiuse.

Dispositivi di aerazione: per adesso solo una suggestione

Infatti, come già più volte rimarcato dalle istituzioni, i dispositivi di aerazione sono costosi e i fondi - secondo il parere dei presidi - insufficienti. In ogni caso, poi, l'installazione di detti impianti non sarebbe di competenza degli istituti come ha fatto notare il Presidente ANP Antonello Giannelli: “È ben noto che la legge 23/1996 attribuisce la competenza a installare qualsivoglia impianto nelle scuole esclusivamente agli enti locali, non certo alle istituzioni scolastiche”.

Anche la sottosegretaria all'Istruzione Barbara Floridia in un'intervista nel programma Agorà di Rai2, dribbla la questione rimanendo vaga al riguardo: “Da studi abbiamo capito in che misure e che tempi si possono realizzare. E non è sempre possibile farli. Le risorse sono state stanziate ma non sempre e in tutti si può realizzare”.