
In un liceo di Brera sono stati sospesi ben 66 studenti per aver protestato contro il freddo in classe. L'accaduto, avvenuto prima delle vacanze natalizie, ha avuto ripercussioni anche al rientro in aula del 10 gennaio.
L'organizzazione di un corteo, all'interno della scuola, ha fatto andare su tutte le fuori la preside che ha minacciato gli studenti di denuncia e ha poi contattato le autorità per identificare gli organizzatori e sospenderli.
Le associazioni studentesche, però, non ci stanno.
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Organizzano un corte per protestare contro il freddo in classe: 66 studenti sospesi
Con l'arrivo del freddo si sono manifestate anche le consuete lacune che caratterizzano le scuole italiane: mancanza di impianti di riscaldamento adeguati, in primis. Gli studenti, costretti a trascorrere ore intere al gelo in aula, con termosifoni spenti e finestre spalancate causa Covid, da tempo hanno messo in moto numerose proteste per farsi ascoltare anche dai piani alti delle istituzioni.
E' ciò che è accaduto in un liceo di Brera lo scorso dicembre, quando durante una comune giornata scolastica, alcuni ragazzi hanno deciso di recarsi dalla dirigente per comunicarle il malfunzionamento dei caloriferi.
La preside non ha utilizzato mezzi termini: "copritevi e resistete" è stata la sua risposta perentoria. Nonostante avessero segnalato a chi di dovere il problema, nel corso delle giornate non è arrivato mai nessuno per provvedere alla sistemazione del guasto.
Motivo per cui, nelle ultime ore di lezione, gli allievi del liceo di Brera hanno deciso di fare da sé, uscendo dalle classi e dando vita a un corte spontaneo all'interno della scuola con la richiesta di sospensione delle lezioni fino alla riparazione del riscaldamento. La protesta, però, ha avuto un epilogo inatteso: "La dirigenza ha minacciato tutti gli studenti di denuncia - racconta una studentessa del Liceo. La Preside avrebbe poi richiesto l’intervento dei carabinieri, "i quali hanno rimandato in classe gli studenti identificandone 5, sospesi successivamente per 5 giorni al rientro a scuola dopo le vacanze natalizie".
Sospesi per aver protestato: "Gravissimo atto di repressione"
Ma non è finita qui: al ritorno in classe, lo scorso 10 gennaio, oltre ai 5 studenti già sospesi, se ne sono aggiunti altri 61. "Le sospensioni che abbiamo ricevuto, oltre a rappresentare un gravissimo atto di repressione da parte della scuola, hanno intaccato i diritti fondamentali di noi studenti - sottolinea un'altra studentessa della scuola - in primis nessuno è stato convocato prima della sospensione, convocazione che è obbligatoria secondo lo statuto degli studenti; inoltre nelle lettere di sospensione ci sono dichiarazioni del falso come atteggiamenti aggressivi nei confronti delle forze dell’ordine, che non sono mai avvenuti; infine le sospensioni sono stato motivate con l’accusa di manifestazione non autorizzata. Ci sembra fondamentale ribadire ancora una volta che noi quel giorno PER LEGGE non saremmo dovuti essere nelle nostre aule".
Le associazioni studentesche lombarde hanno preso a cuore la causa e chiedono tavoli di lavoro con la Città Metropolitana al fine di preservare l'edilizia scolastica: "Ci aspettiamo che i nuovi fondi del PNRR vengano usati con giudizio, tenendo conto della visione della rappresentanza studentesca" - conclude Simone Botti, coordinatore dell’Unione Degli Studenti.