4' di lettura 4' di lettura
accoglienza bimbi scuole"In queste settimane le scuole di tutti gli ordini stanno accogliendo gli alunni ucraini sfuggiti alla guerra, dimostrando attenzione umana e professionale senza risparmio di energie: si evidenziano però problemi relativi all'assenza di spazi e aule per poter svolgere laboratori ed attività di supporto; difficoltà a reperire mediatori per cui, in mancanza di un coordinamento da parte dei servizi sociali, ci si muove solo tramite volontariato e il passaparola; assenza di docenti che possano svolgere percorsi intensivi di alfabetizzazione".
Sono Mario Rusconi, presidente ANP Roma, e Cristina Costarelli, presidente ANP Lazio, a lanciare l'allarme in una lettera al Comune di Roma, alla Regione Lazio, al ministro dell'Istruzione e all'Ufficio scolastico.

Secondo i dati del Ministero dell'Istruzione aggiornati al 21 marzo, sono quasi 4mila i minori ucraini nelle scuole italiane, per l'esattezza 3.860: 565 nella Scuola dell’infanzia, ben 1.977 nella Primaria, 1.050 nella Secondaria di I grado e 268 nella Secondaria di II grado.

Leggi anche:

Un milione per l'accoglienza degli studenti ucraini, ma i mediatori linguistici non si trovano

Le scuole, insomma, nonostante il Ministero dell'Istruzione abbia stanziato 1 milione di euro per l'accoglienza degli studenti ucraini, faticano a trovare mediatori linguistici necessari per comunicare con i ragazzi e i bambini provenienti dalle zone di guerra. I fondi sono destinati soprattutto alle scuole coinvolte significativamente, e nella nota inviata alle scuole, il Capo Dipartimento Stefano Versari consiglia esplicitamente di attivare supporto psicologico e linguistico, in questo ultimo caso avvalendosi anche di figure specializzate, per l'appunto di mediatori linguistici. Ma non solo: il MI considera centrale il contributo degli studenti per attività “peer to peer”, rendendoli una sorta di tutor, in grado di facilitare l’inserimento di bambini e ragazzi ucraini nel nostro sistema educativo.
Ed è così che, in non pochi casi, sono gli stessi alunni italiani a diventare "mediatori in erba" per i nuovi compagni di scuola. E' ciò che, ad esempio, racconta Davide, studente della scuola media Dante Alighieri di Mariano Comense, in provincia di Como a proposito di una nuova compagna di classe ucraina che, però, "non parla una parola di italiano". Secondo quanto svelato a Skuola.net dal ragazzo, infatti, "Il nostro traduttore è un altro compagno ucraino che è in Italia da circa 10 anni quindi sa sia l'ucraino che l'italiano".

Le altre richieste dei presidi

Ma le nostre scuole hanno anche altre necessità che vanno oltre questo momento particolare. Ad esempio, la manutenzione dei plessi scolastici: "Altro tema urgente è quello della manutenzione ordinaria: risulta infatti che ci siano fondi finalizzati fermi presso i Municipi mentre le scuole lamentano assenza di interventi e di riscontri alle numerose ed urgenti segnalazioni", proseguono i due dirigenti scolastici. Infine, in riferimento alla costituzione degli organici e all'assegnazione delle classi per il prossimo anno scolastico, l'associazione presidi evidenzia che "la situazione, dopo ormai due anni di emergenza sanitaria, resterà quasi del tutto invariata rispetto agli scorsi anni scolastici".
Da un lato, spiegano i presidi, rimangono fermi requisiti numerici di formazione delle classi (26 alunni), nonostante aule con capienza inferiore rispetto alle indicazioni di legge; d'altro lato permane l'assenza di locali per le scuole che ne hanno maggiore esigenza. Secondo i due dirigenti, la realizzazione di strutture di edilizia leggera e la riqualificazione di edifici non utilizzati nel centro delle città, oltre alla costruzione di nuove scuole nelle aree periferiche potrebbe aiutare a risolvere la situazione. Ma "poco o nulla sembra muoversi in tale direzione".