
3 su 10 le classi in cui i test Invalsi saranno boicottati. Questo è il primo dato parziale che emerge dalla rilevazione che Skuola.net sta portando avanti. Non solo i sindacati, ma anche molti studenti si oppongono a queste prove a cui molti prof dicono di voler mettere un voto.
Domani 10 maggio saranno i ragazzi della prima media ad essere impegnati con i quiz di matematica e italiano. Preparati con noi!
Scuola primaria
- 9 maggio 2012 - Prova Preliminare di lettura (classe II); Prova di Italiano (classi II e V)
- 11 maggio 2012 - Prova di Matematica (classi II e V); Questionario studente (classe V)
Classe prima scuola secondaria di primo grado
- 10 maggio 2012 - Prova di Italiano, Matematica e Questionario studente
Scopri tutto sulle prove Invalsi della scuola media
Classe seconda scuola secondaria di secondo grado
- 16 maggio 2012 - Prova di Italiano, Matematica e Questionario studente
Scopri tutto sulle prove Invalsi della scuola superioriore
BOICOTTAGGIO VIA WEB - Questi test, a differenza di quelli che saranno somministrati agli studenti di terza media durante gli esami di fine ciclo, non influiscono sulla media dei voti, ma serviranno solo per valutare il livello di apprendimento degli studenti nei diversi livelli dell’istruzione scolastica. Nonostante ciò, studenti e insegnati continuano a non vedere di buon occhio le prove Invalsi e molti minacciano addirittura azioni di boicottaggio ed è un tam tam sul web.
GLI STUDENTI CHE DICONO NO ALL’INVALSI - Le associazioni studentesche sono sul piede di guerra e in queste giornate di svolgimento delle prove nazionali saranno impegnati in scioperi bianchi e proteste simboliche, assemblee pubbliche e cortei per bloccare l’ordinario ingresso a scuola e il tranquillo svolgimento dei test. Le principali motivazioni di queste proteste vanno ricercate soprattutto nel Questionario dello studente che ogni ragazzo sottoposto alla prova Invalsi dovrebbe compilare inserendo dati sensibili. Qui trovate le linee guida per la formulazione del questionario che dovrebbe contenere dati come luogo di nascita dello studente e dei genitori, mese e anno di nascita e informazioni sul nucleo familiare. Per di più, molti sostengono che, pur essendo anonimo, il plico contiene un codice numerico dal quale si potrebbe risalire all’identità dello studente. Ma contestato è anche il fatto che si stanzino risorse economiche per lo svolgimento di questi test anziché per il diritto allo studio o l’edilizia scolastica.
ALCUNI PROF DANNO IL VOTO - Quello che viene contestato da molti utenti di Skuola.net nei commenti lasciati sul sito, è il fatto che i prof decidano di valutare le prove Invalsi come un normale compito in classe assegnando voti che faranno media con gli altri voti ottenuti durante l’anno: è questo il principale motivo per cui oltre il 30% degli studenti boicotterà le prove Invalsi. Ricordiamo, infatti, che per quanto riguarda i test Invalsi di prima media e di seconda superiore, le norme in vigore non prevedono l’assegnazione di alcun voto.
INSEGNANTI SU TUTTE LE FURIE - Differenti le motivazioni degli insegnanti che, anche attraverso le varie sigle sindacali come Cobas, Gilda e Cgil, esprimono il loro dissenso. Tuttavia, mentre i Cobas hanno proclamato lo sciopero per le giornate del 9, 10 e 16 maggio, Flc Cgil e la Gilda seppur critici verso i test nazionali non sono d’accordo con lo sciopero e sollecitano i capi d’Istituto affinché le prove si svolgano nella più completa regolarità.
LA PROVA NON S'HA DA FARE - Secondo i rappresentanti dei prof, la somministrazione dei test sarebbe un lavoro aggiuntivo che non spetterebbe loro se non dietro una retribuzione aggiuntiva. Ma quello che non va tanto giù ai prof è anche il fatto che attraverso le prove Invalsi sarebbe sminuito il loro lavoro, fondato essenzialmente sulla capacità di valutare criticamente i propri studenti e, allo stesso tempo, di veder giudicato il loro lavoro attraverso dei test standardizzati che non terrebbero conto delle specifiche caratteristiche e autonomie locali. Per di più i test così progettati dall’Invalsi porterebbero alla discriminazione degli studenti con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento.