
Come garantire la sicurezza degli alunni a scuola? Incrociando le dita. E' questo il metodo scelto dai nostri parlamentari, che hanno rimandato al prossimo anno la messa in sicurezza degli edifici scolastici approvando il decreto "Millerproroghe".
Non è un problema di uno schieramento o dell'altro, perché è da almeno un decennio che si ripete questo scandalo.LA SICUREZZA DELLE SCUOLE ATTENDE DA 12 ANNI - Sono ben 12 anni che si attendono gli interventi per il risanamento dell’edilizia scolastica, ma, nonostante si tratti di salvaguardare la vita di migliaia di persone tra studenti e personale che lavora all’interno degli edifici scolastici, i Governi sembrano prendersela un po’ troppo con comodo. L’individuazione degli interventi più urgenti di messa in sicurezza e adeguamento sismico delle scuole, prevista per lo scorso gennaio, è stata, di nuovo, prorogata di 6 mesi, sperando, tuttavia, che arrivati a giugno almeno non si decida per una ulteriore ennesima proroga. Il problema è che dal 1997 che puntualmente il Parlamento decide di rimandare la messa in sicurezza delle scuole all'anno successivo.
ANAGRAFE EDILIZIA SCOLASTICA - Come se non bastasse, ancora non è pronta l'Anagrafe dell'Edilizia Scolastica, cioè la raccolta dati che dovrebbe fotografare lo stato delle strutture scolastiche sulla base della quale programmare gli interventi più urgenti. L'ultimo annuncio del Ministero accennava alla messa on-line dei risultati all'inizio di Marzo. Chi l'ha visto?

NON C’È FRETTA SE SI TRATTA DI SICUREZZA - Quello che sorprende e lascia l’amaro in bocca, inoltre, è il fatto che il Ministro Gelmini non dimostri, per il problema della sicurezza degli edifici scolastici, la stessa efficienza, determinazione e rapidità con cui, invece, ha provveduto a “risolvere” il problema del riordino delle scuole superiori e l’ottimizzazione delle risorse destinate all’istruzione. Difficilmente, infatti, si riesce a comprendere come si possa insistere tanto sulla realizzazione di una riforma che da più parti si chiede di rimandare di almeno un anno e poi, per quanto riguarda la salute di chi frequenta le scuole, che dovrebbe essere una priorità assoluta, si continua invece a prorogare.
Cristina Montini