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professore aggredito
fonte foto: via Il Corriere della Sera
I segni dell'aggressione sono ancora evidenti

, eppure Vincenzo Giordano non fa che pensare a quei bulli. Il docente, che insegna in una scuola di Carpi, in provincia di Modena, la scorsa settimana ha rimediato la frattura del setto nasale dopo aver tentato di sedare una rissa tra studenti.

Un gruppo di adolescenti si era intrufolato nel cortile della scuola per cercare rivalsa verso uno studente dell'istituto: accortosi della situazione, il docente si era precipitato di sotto per difendere il suo studente e placare gli animi.

Tutti meritano una seconda chance

”Vorrei parlare con loro e cercare di capire”

spiega il giovane docente intervistato da 'Il Corriere della Sera'. L'insegnante non si dà pace dallo scorso mercoledì, cioè da quando si è consumata l'aggressione ai suoi danni. Durante l’ora di ricreazione, alcuni studenti di un altro istituto sono entrati nel cortile della scuola per pestare uno studente. Il prof non ha esitato ad intervenire: ma nella rissa, poi, ci è finito lui, rimediando la frattura del naso e 30 giorni di prognosi.

Ancora oggi il docente non riesce a darsi una spiegazione. Anche perché non si vede tutti i giorni un 'raid' di studenti: ”Penso che fossero più di venti e non erano identificabili perché avevano tutti il cappuccio o il passamontagna. Li ho visti quando erano già in cortile che si avventavano su un mio alunno. Il ragazzo preso di mira frequenta la classe dove c’è il disabile che seguo io”.

Quando ha visto i ragazzi accerchiare lo studente, il prof è intervenuto: ”A quel punto mi sono avvicinato e ho cercato di separarli. Gli dicevo: 'Finitela', 'ma siete pazzi?'. Niente. Allora mi sono messo in mezzo e ad un tratto mi è arrivato quel micidiale ****tto che mi ha rotto gli occhiali e il naso. Per alcuni minuti sono rimasto stordito. Dopo li ho visti che si dileguavano”.

Un episodio che ha dell'assurdo, specie in una scuola come quella dove opera il docente, a suo dire ”tranquilla”. Ma nonostante tutto, il docente si interroga ancora sul gesto: ”Non conosco gli aggressori ma penso che siano figli di questi tempi e di questa società. Penso che siano ragazzi che vivono in condizioni di disagio, senza giusti stimoli e figure di riferimento”. I suoi studenti, nel frattempo, non sono rimasti con le mani in mano e anzi hanno organizzato un sit-in di protesta in piazza: ”Mi ha fatto piacere e mi ha commosso. Merito anche dell’impegno su questi temi della nostra dirigente”. E sul rientro a scuola l'insegnante non ha dubbi: ”Voglio rivedere l’alunno picchiato e tutti gli altri. Penso che si rinsalderà il nostro rapporto. Ma, ripeto, abbiamo anche il dovere di capire cosa c’è dietro l’aggressione. A tutti va data una chance e una possibilità di recupero”.

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