
Il rischio c'è ed è più che concreto. Maura Zini, dirigente scolastica trentina e Presidente dell'Associazione Nazionale dei Presidi del Trentino, lancia l'allarme sul Test di Medicina 2024.
Quest'anno le due sessioni del test si svolgeranno praticamente a ridosso della Maturità 2024: motivo per cui la preside ha voluto esporre i suoi dubbi circa la messa in scena delle prove.
Dai deficit di attenzione dei ragazzi di quinta che danno priorità al test piuttosto che all'imminente Maturità, fino agli ipotetici scenari che si creerebbero nel caso di bocciature: la dirigente scolastica ha detto la sua.Leggi anche:
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"Ci sarebbe la necessità di spostare i test più avanti e di inserire più opportunità per gli studenti per sostenere gli esami selettivi per l'università". Queste le parole della preside a il quotidiano 'Dolomiti'. Anche quest'anno sono tantissimi i ragazzi di quinta superiore che preparano i test d'ingresso per proseguire poi il percorso in qualche ateneo. Le prove del Test di Medicina si svolgeranno il 28 maggio e il 30 luglio: in mezzo, tanto per complicare i piani degli studenti, c'è l'esame di Stato 2024. "E' necessario trovare una strategia per conciliare i diversi momenti scolastici – ha spiegato Zini - per il benessere degli studenti, per metterli nelle condizioni di affrontare con serenità e in modo sostenibile le varie tappe del percorso formativo". Secondo la preside, gli studenti sarebbero più portati a concentrarsi sulla preparazione del Test che non sulla Maturità, con evidenti ripercussioni sulla carriera scolastica. Va però precisato che ciò avviene già da un po', cioè da quando si è deciso di far svolgere il TOLC durante la piena sessione del secondo quadrimestre.
Gli scenari problematici
E' inevitabile che l'attenzione degli studenti venga catturata da ciò che considerano come prioritario, ma la situazione rischia di portare a scenari problematici: cosa accadrebbe se uno studente passasse il Test di Medicina, senza però essere promosso alla Maturità? Cosa se ne farebbe di quell'accesso guadagnato? E senza dimenticare gli eventuali ricorsi delle famiglie. Cortocircuiti con cui sarebbe meglio non avere a che fare.
Ecco perché la preside propone delle alternative: "Si potrebbero prevedere più opportunità per accompagnare uno studente e la famiglia, ma anche per permettere al ragazzo di potersi esprimere al massimo delle possibilità in ogni contesto. L'introduzione della figura del docente tutor avvenuta quest' anno va nella direzione di offrire un supporto su misura per aiutare ogni studente a programmare e raggiungere i propri obiettivi educativi e professionali. E' importante riuscire a intervenire con un supporto personalizzato in tutte le situazioni per garantire il successivo formativo per tutti gli studenti. E' fondamentale il dialogo con le famiglie ma è strategico anche un confronto con le università per capire come poter intervenire a vantaggio degli studenti" conclude la preside Zini.