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scelta scuola superiore sempre meno studenti seguono consiglio orientativo docentiScuole e famiglie non sono mai stati così distanti tra loro. E' quanto si può evincere dai dati derivanti dalla piattaforma 'Scuola in chiaro', elaborati dal quotidiano 'La Repubblica'. Stando all'analisi, infatti, i genitori preferiscono scegliere per proprio conto l'indirizzo di scuola superiore dei figli.


Spesso contravvenendo al cosiddetto 'consiglio orientativo' dei docenti: un resoconto dettagliato circa i risultati di apprendimento degli studenti, elaborato sulla base dell'osservazione comportamentale durante il triennio delle medie. Si tratta di una valido aiuto per studenti e famiglie per mettere a fuoco le potenzialità dei giovani, in modo che possano compiere una scelta mirata nell'ambito della scuola superiore. Peccato però che il feedback venga sempre più spesso ignorato.

Scelta scuola superiore: le famiglie preferiscono il fai da te

Le iscrizioni alla scuola superiore si avvicinano sempre di più: la finestra si aprirà il prossimo 18 gennaio, per poi chiudersi il 10 febbraio. E' tempo, dunque, di importanti decisioni ma, dati alla mano - cioè quelli messi a disposizione delle famiglie sulla piattaforma 'Scuola in chiaro' – è molto probabile che le famiglie seguano il trend discendente delle ultime annate. Nel 2022/2023 (ultima rilevazione disponibile), soltanto 42 ragazzini su cento di terza media hanno proseguito gli studi sulla base di quanto consigliato dai propri docenti. La maggior parte ha preferito fare di testa propria. Nel corso dell'anno scolastico 2021/2022 la percentuale era invece del 61%, ovvero due su tre seguivano il consiglio dei professori. Quota che, andando ancora più a ritroso nel tempo, si attestava addirittura al 69% nel 2017/2018.

Consigli orientativi: le aspettative si scontrano con la realtà

Ma cosa hanno consigliato i docenti delle medie ai loro studenti negli anni passati? Nel 2022/2023, ad esempio, secondo i professori, il 6% dei propri studenti avrebbero dovuto intraprendere studi artistici. Stessa percentuale per gli studi linguistici, mentre il 22% degli alunni licenziati dalle medie avrebbe dovuto proseguire iscrivendosi in un istituto professionale. E ancora: il 15% veniva indirizzato verso studi tecnici e il 15% verso studi scientifici. La quota di studenti adatti a studi umanistici era del 14%. E solo il 2% veniva indirizzato verso l’apprendistato.

Non sono mancati i casi in cui le differenze tra le scelte delle famiglie e i consigli dei professori divergevano in maniera evidente. Per esempio, i licei scientifici hanno visto crescere enormemente i propri iscritti: il 26% del totale nel 2022/2023, l'11% in più rispetto a quanto preventivato dai docenti delle medie. Ciò significa che, nel caso dello scientifico, molte famiglie hanno optato per questo tipo di percorso, talvolta andando contro le indicazioni dei docenti. Allo stesso modo, quel 22% ipotizzato dai prof per gli istituti professionali, nel 2022/2023 si è tradotto in un misero 13%.

E questa dissociazione dai consigli orientativi poi si ripercuote sugli stessi ragazzi. Perché i dati analizzati certificano una realtà ormai in crescita: molti studenti - attualmente iscritti a un indirizzo di scuola superiore - si trovano probabilmente nel posto sbagliato, incontrando notevoli difficoltà durante il proprio percorso di studi.