
Dal 26 aprile molte delle regioni italiane sono passate in zona gialla. Data quindi la situazione attuale dei contagi, la decisione del ministero dell’Istruzione, è stata quella di attuare una sostanziale riapertura, con percentuali in presenza molto più elevate rispetto alle scorse settimane. In seguito a queste direttive alcuni sindacati come Unicobas, Cobas Sardegna, Usb, CUB e Cobas Scuola hanno deciso di proclamare uno sciopero per la giornata di giovedì 6 maggio. Tecnicadellascuola.it ci racconta cosa succederà e quali sono i motivi della protesta.
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Sciopero della scuola 6 maggio: i motivi della protesta
Come anticipato, questo giovedì avrà luogo uno sciopero indetto da Unicobas, Cobas Sardegna, Usb, CUB e Cobas Scuola. Questi sindacati però, scendono in piazza per motivi diversi. Mentre la protesta dei Cobas è incentrata sui test invalsi, le altre associazioni motivano lo sciopero sulla base di diverse criticità. La prima richiesta sarebbe quella dell’immissione in ruolo di tutti i docenti e ATA partendo con gli individui con tre anni di servizio alle spalle (l’investimento previsto sarebbe di 7 miliardi). Si passa poi alla libertà di mobilità (sempre per docenti e ATA) senza vincoli in termini di anni di servizio. L’ultima richiesta sarebbe quella di un investimento da impiegare nella riqualificazione e ampliamento degli edifici scolastici (con un fondo di 13 miliardi).
Le parole del segretario nazionale dell'Unicobas: a settembre ripresa in sicurezza
Il segretario nazionale dell'Unicobas Stefano d’Errico inoltre, ci tiene a specificare che oltre a questi temi, c’è anche quello del rientro nelle aule in sicurezza previsto per l’anno scolastico 2021/2022: bisogna giocare d’anticipo prevedendo classi con numeri di alunni ridotti, sanificazioni degli ambienti e dispositivi di protezione adeguati e non carenti. Queste misure però, devono comunque essere supportate “da un regolare tracciamento dei contagi e da una campagna vaccinale efficace e rapida”. Alla manifestazione vera e propria prevista davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione nella mattinata di giovedì, hanno aderito anche il Coordinamento nazionale precari scuola e il Comitato Priorità alla Scuola.