
I programmi scolastici stanno per subire una svolta importante. Le nuove Indicazioni nazionali per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo d'istruzione, dopo una lunga trafila, hanno infatti ricevuto il via libera definitivo dal Consiglio di Stato.
Il Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM), guidato dal ministro Giuseppe Valditara, può tirare dunque un sospiro di sollievo: dopo mesi di discussioni e critiche, la riforma è pronta a partire, anche se ci sarà da aspettare l'anno scolastico 2026-2027.
Si tratta, in pratica, delle istruzioni che definiscono gli obiettivi di apprendimento e i contenuti essenziali, e su cui dovranno essere modulati anche i libri di testo in adozione. Ora, per l'entrata in vigore, mancano gli ultimi step: il decreto ministeriale e l'emanazione del regolamento definitivo.
I punti contestati
Il parere favorevole del Consiglio di Stato è arrivato, come detto, al termine di un'ampia fase di confronto e dibattito, in cui il Ministero è stato chiamato più volte a chiarire alcuni aspetti. Il MIM, in ogni caso, ha sempre sottolineato come lo stop iniziale non doveva essere visto come una bocciatura, ma come un semplice "confronto istituzionale".
I giudici, in particolare, avevano sollevato tre grandi questioni:
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Mancanza di motivazione chiara: il Consiglio di Stato aveva chiesto perché fosse necessario cambiare le Indicazioni in vigore, scrivendo: "Non emergono le ragioni specifiche delle modifiche introdotte e risultano assenti indicatori quantitativi per misurare l'efficacia degli interventi proposti".
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Dubbi sui costi: era stata messa in discussione la neutralità finanziaria del provvedimento, cioè l'idea che non avrebbe comportato costi aggiuntivi, che era stata solo "dichiarata e non verificata".
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Ritorno del Latino: un altro punto critico ha riguardato l'introduzione del Latino come disciplina facoltativa alle scuole medie. Il timore era che il latino facoltativo potesse accentuare le disparità tra studenti e causare problemi di organizzazione per le scuole.
Inoltre, diverse associazioni hanno puntato il dito sull'etnocentrismo dei nuovi programmi. La contestazione è arrivata in modo particolare sul paragrafo che esordisce con l'affermazione: "Solo l’Occidente conosce la Storia". Un concetto, questo, che secondo i critici rischierebbe di dare troppo peso alla sola prospettiva occidentale e giudaico-cristiana, lasciando in secondo piano la necessaria considerazione delle differenze culturali ed etniche nel mondo.
L'entusiasmo del ministro Valditara
Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha espresso grande soddisfazione per l'approvazione finale: "Grazie alla leale collaborazione tra le istituzioni sono state riconosciute la serietà e la qualità delle nostre proposte. Dopo quest'ultimo passaggio, siamo ora in grado di concludere positivamente il percorso del provvedimento e di adottarlo in tempo utile per la sua applicazione".
Ha poi ribadito la tempistica, un punto importante per studenti e docenti: "Come previsto, dunque, per il prossimo anno scolastico le nuove Indicazioni nazionali saranno operative", spiega Valditara.
Infine, ha ribadito l'obiettivo del MIM per il futuro della scuola: "Procediamo con determinazione e impegno nel costruire una scuola di sempre maggiore qualità, con ‘programmi' che siano in grado di dare ai giovani le conoscenze e competenze necessarie ad affrontare le sfide del presente consapevoli dello straordinario patrimonio del nostro passato".