
L'approvazione dei nuovi programmi scolastici per elementari e medie ha davanti a sé un nuovo ostacolo. Dopo le polemiche sull'insegnamento della storia, ritenuto troppo sbilanciato verso l'Occidente, e le critiche dei sindacati e delle commissioni, ora è il Consiglio di Stato a frenare il progetto del Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM).
La decisione non è una bocciatura totale, ma piuttosto un "rimando al mittente" del testo, con una richiesta di chiarimenti e integrazioni fondamentali. Il MIM, guidato da Giuseppe Valditara, reagisce respingendo l'idea di una bocciatura, accusando di strumentalizzazione chi lascia intendere ciò.
Indice
Attesa degli adempimenti richiesti
La Sezione Consultiva per gli Atti Normativi del Consiglio di Stato, dopo una riunione tenutasi il 9 settembre, ha emesso il suo parere di sospensione il 17 settembre, motivando la decisione con la dicitura: “In attesa degli adempimenti richiesti”.
Il documento preparato dal Ministero, a detta dell'alta corte amministrativa, presenta una serie di lacune strutturali che ne compromettono la valutazione. I giudici hanno evidenziato, in particolare, che mancano le motivazioni del perché si senta il bisogno di rinnovare delle indicazioni che risalgono al 2012, e che l'analisi dell'impatto della riforma è "carente" e "per molti aspetti inadeguata allo scopo".
Pur citando diverse Raccomandazioni dell'Unione Europea, il testo non chiarisce inoltre “in concreto la coerenza del nuovo testo con i menzionati atti dell’Unione europea”. In più, sorgono dubbi sui profili finanziari e sulla reale disponibilità di risorse e mezzi.
Gli obiettivi, secondo i giudici, sono troppo vaghi, e si parla di “cambiamenti epocali” senza fornire riferimenti precisi. Ci sono poi rilievi sul contenuto didattico, e persino la necessità di correggere refusi e fare modifiche formali e linguistiche.
Le critiche dei sindacati
Tra le critiche sollevate nei mesi scorsi sulle linee guida ministeriali, spicca anche quella sull'introduzione del latino come insegnamento facoltativo. Giuseppe D'Aprile, segretario generale della UIL Scuola, spiega che è: “Una misura che rischia di aumentare le disuguaglianze tra studenti e di creare problemi organizzativi insostenibili per le scuole”. Ma oltre al divario tra gli studenti, ci sarebbero problemi organizzativi, perché non tutti gli insegnanti di lettere possiedono i requisiti necessari per l’insegnamento del latino.
Secondo D'Aprile, il parere del Consiglio di Stato conferma le preoccupazioni già espresse: “Le motivazioni della sospensione coincidono con quanto avevamo già espresso negli scorsi mesi al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione: siamo di fronte a un impianto fragile e distante dalla realtà delle scuole”. Aggiunge che “una revisione del curricolo nazionale non può fondarsi su un testo improvvisato, linguisticamente fragile e pedagogicamente debole”. Per questo, la UIL chiede un vero percorso condiviso.
Anche la FLC CGIL si unisce al coro delle critiche, definendo l'accaduto una “sonora bocciatura” e giudicando la riscrittura delle indicazioni nazionali “una pericolosa operazione di revisione della cultura democratica della scuola e del Paese”.
L'iter del testo
L'iter dei nuovi programmi, che dovrebbero entrare in vigore già nel prossimo anno scolastico, sembrava essersi concluso lo scorso 7 luglio. Il ministro Valditara aveva dichiarato la fine di “un’articolata fase preparatoria”, e dopo aver tenuto conto delle osservazioni del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, aveva inviato il testo al Consiglio di Stato per il parere definitivo.
A suo dire, si trattava di “una svolta culturale importante”. L'iter sembrava ormai pronto, ma ora è arrivato la pausa inaspettata.
La risposta del MIM
Il Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM) ha comunque voluto chiarire subito la sua posizione in merito alle notizie di stampa. In una nota ufficiale, ha precisato che il parere del Consiglio di Stato “ha natura interlocutoria” e non è una bocciatura. Il Ministero ha sottolineato che l'organo consultivo si è limitato a chiedere di fornire "ulteriori dati ed informazioni da inserire nelle relazioni a corredo del provvedimento".
Per il MIM, il parere, “lungi dal costituire una bocciatura, si inserisce pertanto nel fisiologico svolgimento delle interlocuzioni, ispirate ai principi di leale collaborazione, tra l’organo consultivo e le amministrazioni titolari del potere regolamentare”. Il Ministero, quindi, ribadisce la sua fiducia nella riforma e promette di fornire quanto richiesto per far proseguire l'iter il più velocemente possibile.