
Il movimento che ha fondato 'Basta Compiti', mira proprio a questo: la campagna ha già ricevuto 38mila adesioni tra famiglie e docenti favorevoli. Per lanciare l'iniziativa, l'ex preside ha scritto una lettera al Ministro Valditara, pubblicata dal portale 'LaTecnicadellaScuola'.
-
Leggi anche:
- Il "logo" del MIM crea il putiferio, la risposta del Ministero dell'Istruzione e del Merito: "Grafica creata per i social, utilizzo temporaneo"
- Il Vademecum per la privacy a scuola 2023: dallo smartphone a scuola ai voti, ecco cosa stabilisce il Garante
- Possibili tracce Maturità, i 100 anni della Coscienza di Zeno di Italo Svevo
Basta Compiti: la lettera al Ministro Valditara
Parodi esordisce ribadendo la necessità di abolire la pratica dei compiti a casa per il primo ciclo d'istruzione: ”È appena il caso di precisare che una “riforma” in tal senso non comporterebbe onere economico alcuno e permetterebbe di ridurre la distanza che ci separa drammaticamente da altri Paesi, non solo europei, nei quali alla ridotta assegnazione (o alla totale assenza) di compiti a casa corrisponde l’acquisizione di competenze incomparabili rispetto agli “standard” del nostro sistema scolastico – per non dire dei tassi di analfabetismo funzionale, dispersione e insuccesso delle fasce più deboli”.Parodi intende smuovere le acque e auspica l'apertura di un dibattito sul tema, cosicché le scuole (quindi dirigenti scolastici, consigli di istituto, collegi dei docenti…) ”provvedano quanto meno a regolamentare l’assegnazione dei compiti a casa, laddove si ritenga necessario ricorrere a una pratica abbandonata da tempo, per manifesta inadeguatezza didattica, in scuole di eccellenza internazionale; iniziativa tanto più urgente considerata la mole soverchiante di lavoro imposto, fin dai primi anni di scuola, agli studenti italiani e alle loro famiglie (che non ha eguali in Europa) – basti ricordare che si danno compiti a casa persino ai bambini (6-11 anni) che frequentano le scuole a tempo pieno: dopo 8 ore di immobilità forzata in aule più o meno confortevoli e sovraffollate, non è infrequente che si assegnino compiti tutti i giorni, nei week end e durante le vacanze.”
I docenti nel mirino del movimento Basta Compiti
Nella lettera l'ex preside si scaglia poi contro il corpo docente: ”Va detto, al riguardo, che i docenti operano in una situazione di reciproca ignoranza: non si curano di sapere quanto gravoso sia il carico di lavoro complessivo; ciascuno assegna i propri compiti come fossero i soli da svolgere, e gli studenti, fin dalla primaria, si ritrovano a trascorrere giornate intere, fino a tarda sera chini su libri e quaderni, con genitori costretti a svolgere il ruolo, improprio, di insegnanti di complemento, aggravando la condizione di chi provenga da famiglie culturalmente e/o economicamente svantaggiate”.Un intervento prerogativa del Parlamento e del Governo, per garantire agli studenti il “'diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…' sancito dall’art. 31 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata dallo Stato italiano il 27 maggio 1991, con legge n.176, ma ampiamente disatteso” ha concluso Maurizio Parodi.