
La sospensione dagli esami per l'utilizzo del cellulare, un ricorso accolto e il via libera alle prove suppletive. È la storia di uno studente di un liceo classico che, durante la prima prova scritta della Maturità 2025, era stato sorpreso a usare lo smartphone ed era stato immediatamente allontanato dall’aula.
A distanza di qualche settimana, però, il Tar ha annullato il provvedimento, rilevando diverse irregolarità nella gestione della sanzione e nel comportamento della Commissione d’esame.
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Il provvedimento annullato dai giudici
A dare ragione allo studente è stato il Tar, che ha autorizzato il ragazzo a sostenere le prove suppletive dell’esame di Stato, rimettendo così in discussione quanto deciso inizialmente dalla Commissione.
Nelle motivazioni della sentenza, come riportato dalla 'Gazzetta di Benevento', si legge che “specie per sanzioni così gravi, come quelle che comportano la ripetizione dell’anno scolastico, lo scopo educativo non giustifica né la violazione della proporzionalità [...] né l’omissione di regole procedimentali, la cui mancanza – a fortiori in un provvedimento avente natura afflittiva – si risolve in arbitrio”.
La misura, insomma, sarebbe stata adottata in assenza di una deliberazione ufficiale della Commissione d’esame, che secondo la normativa vigente deve operare come “collegio perfetto”, con la presenza di tutti i membri o dei supplenti eventualmente nominati.
Una decisione presa senza una riunione formale
Secondo i documenti acquisiti durante il procedimento, lo studente è stato allontanato dalla prova scritta di italiano del 18 giugno su ordine verbale della presidente della Commissione, senza una convocazione formale dell’intero organo esaminatore. A confermare questa dinamica, sono stati gli stessi verbali dell’epoca e la dichiarazione di un commissario, il quale ha affermato di non essere stato presente al momento della decisione.
“La decisione è stata assunta il 18 giugno durante la mia assenza e non all’esito della riunione della Commissione, convocata solo la mattina del 19”, si legge tra gli atti. Una riunione che, di fatto, si è trovata di fronte a un “fatto compiuto”, con lo studente già estromesso fisicamente dall’esame senza una base regolamentare adeguata.
La ricostruzione dei fatti
Tutto è iniziato durante la prima prova scritta dell’Esame di Stato. Uno dei professori ha notato il giovane consultare lo smartphone. Come riporta il 'Corriere del mezzogiorno', l’intervento immediato è stato del commissario esterno, che ha sequestrato il dispositivo e ne ha disposto l’allontanamento dall’istituto, restituendo il cellulare soltanto a sospensione avvenuta. Il giorno seguente, 19 giugno, in occasione della seconda prova, lo studente si è presentato regolarmente ma è stato respinto all’ingresso.
A quel punto la famiglia ha fatto ricorso. Il legale ha sottolineato che “il giovane fosse stato mandato via con un ordine solo verbale e non con la sottoscrizione di un deliberato, redatto la mattina del giorno successivo dalla commissione d’esame”.
Un curriculum brillante, ma ignorato
Tra gli aspetti contestati dal Tar anche la mancata valutazione del percorso scolastico dello studente, ammesso all’Esame di Stato “con la media dell’8,35 crediti formativi e 9 in condotta”. Elementi che, secondo i giudici, avrebbero dovuto pesare nella decisione finale della Commissione.
“La Commissione avrebbe dovuto verificare se effettivamente l’elaborato scritto era stato copiato da fonti esterne”, si legge ancora nel provvedimento. “Poiché neanche dell’effettivo utilizzo delle ‘ricerche’ che sarebbero state svolte in pochi minuti sul dispositivo è stata prodotta prova nei verbali acquisiti in giudizio”.
Via libera alle prove suppletive
Il ragazzo ha quindi ottenuto l’ammissione alle prove suppletive, con un decreto d’urgenza firmato dal presidente della quarta sezione del Tar di Napoli.