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Studente beccato con smartphone, la scuola lo sospende ma il Tar annulla la punizione

Con il divieto di utilizzo degli smartphone in classe non si scherza. Uno studente di una scuola media di Napoli ha sperimentato in prima persona quanto il nuovo codice comportamentale possa essere severo.

Colto in flagranza, intento a consultare il device sotto il banco, l'alunno è stato punito con una sospensione di due giorni, più l'esclusione dalla gita scolastica.

A salvarlo è stato il Tar, che ha giudicato illegittima la punizione del Consiglio di Classe, reintegrando in classe lo studente: una storia riportata dalle testate 'OrizzonteScuola' e 'Italia Oggi'.

Il Tar annulla la punizione del Consiglio di Classe

Dopo essere stato beccato con lo smartphone tra le mani, il giovane è stato punito con una sanzione piuttosto severa. Addirittura, per decidere la sua sanzione, è stato convocato un Consiglio di Classe straordinario che ha poi portato alla sospensione dello studente. La famiglia del ragazzo ha così deciso di presentare ricorso al Tar che ha in seguito giudicato illegittima la punizione del Consiglio di Classe.

Le motivazioni della sentenza

Il motivo? Alla base della sentenza del Tar ci sarebbero dei vizi di natura procedurale, vale a dire delle imperfezioni che rendono annullabili una sentenza. Prima di tutto la composizione, incompleta, del Consiglio di Classe: questo si era infatti riunito con i soli docenti, con i rappresentanti dei genitori che erano invece assenti. Per potersi dire 'organo completo', infatti, il Consiglio di Classe deve contare sia la componente docente che quella genitoriale. Per questo la delibera – e la punizione – sono state giudicate illegittime. Inoltre, fanno notare i giudici, la mancanza di un contraddittorio con lo studente e i suoi genitori prima dell’adozione della sanzione, “in violazione del principio di partecipazione al procedimento amministrativo”.