
Roma è di nuovo al centro della protesta studentesca. Nonostante l’accordo di Pace firmato per la guerra in Medio Oriente, le occupazioni scolastiche continuano, infatti, a moltiplicarsi nella Capitale, con altri istituti che si aggiungono alla lista.
Le ultime scuole nell'elenco di quelle in stato d'agitazione sono il liceo classico Visconti e lo scientifico Newton. L'azione, in entrambi gli istituti, è scattata lunedì 13 ottobre, quando studenti e studentesse sono entrati portando con sé fumogeni, striscioni e bandiere della Palestina, per un gesto di rottura che non è passato inosservato.
Al Visconti, in pieno centro storico, il collettivo autonomo del liceo ha srotolato un imponente striscione dalle finestre, accompagnato da fumogeni che hanno colorato di rosso l’edificio di Piazza del Collegio Romano.
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La voce degli studenti: le ragioni delle occupazioni
Gli studenti di entrambi i licei hanno diffuso anche dei comunicati in cui spiegano le ragioni della protesta, incentrate sulla crisi in Medio Oriente. Al Newton, il collettivo autorganizzato Assange ha occupato la sede succursale di via dell'Olmata. La loro è una scelta forte, un "atto di rottura per colmare il bisogno di esprimere un'opinione forte e chiara riguardo al genocidio del popolo palestinese”.
L'obiettivo primario di questa occupazione, spiegano gli attivisti, “è risvegliare il mondo scolastico dalle ingiustizie che stanno accadendo". A tal proposito citano un manifesto celebre, lo "J'accuse' di Emile Zola", accusando "chi non prende posizione sul massacro dei palestinesi”, i governi Netanyahu, statunitense e italiano, definiti “complici del genocidio”.
Anche gli attivisti del Visconti sono determinati: “Blocchiamo tutto anche nelle scuole", spiegano dal gruppo di Osa del Visconti, "al fianco della resistenza palestinese". Le loro richieste sono precise: gli studenti diffidano Meloni e Valditara, e chiedono al governo italiano di rompere gli accordi con lo Stato di Israele.
“Non un soldo deve andare alla guerra, c'è bisogno di fondi per l'istruzione”. Gli studenti si scagliano anche "Contro il ddl 1627, che vuole rendere criminale l’antisionismo, mettendolo sullo stesso piano dell’antisemitismo, non faremo un passo indietro”.
Anche in un altro famoso istituto capitolino, il liceo Morgagni, si è registrato un momento di tensione. Come raccontano gli attivisti, “in seguito alla diffusione di un documento contrario all’occupazione da parte di un ragazzo della nostra scuola si è verificato un grave episodio: le ruote della sua bicicletta sono state bucate”.
Il collettivo autorganizzato del liceo scientifico ha condannato l’accaduto: “Si tratta di un atto inaccettabile che non ha nulla a che vedere con il confronto politico con la componente studentesca che partecipa al collettivo o con i valori che guidano il nostro percorso”.
La mappa aggiornata delle scuole occupate
Dopo gli ultimi blitz, la situazione a Roma dei licei resta dunque molto tesa. Secondo la mappa aggiornata delle scuole occupate, al momento, oltre ai nuovi arrivati Visconti (classico) e Newton (scientifico), la protesta è ancora pienamente attiva in altre due scuole: l’artistico Enzo Rossi di via del Frantoio e il classico e linguistico Kant, in piazza Francesco Zambeccari.
La protesta si è, invece, conclusa durante lo scorso weekend in altri licei di Roma, che sono tornati alla normalità. Si tratta del liceo Augusto, del Plauto e del Tullio Levi-Civita.
Ricordiamo, infine, che molte altre scuole romane sono già passate per l'occupazione, tra fine settembre e inizio ottobre. Tra queste: la succursale del Rossellini, il Cavour, il Socrate e il Plinio Seniore.