
Un nuovo venerdì nero è in arrivo per gli italiani, a causa dello sciopero generale nazionale in programma il 3 ottobre, che toccherà diversi settori, ma che avrà un impatto particolarmente forte sulla scuola e sul trasporto ferroviario.
La protesta di 24 ore, indetta dal sindacato S.I. COBAS, vuole esprimere solidarietà con il popolo palestinese e contestare le politiche del governo italiano rispetto alla situazione a Gaza. Per dare voce a una battaglia che, anche alla luce del blocco della Global Sumud Flotilla da parte delle forze navali israeliane, si sta intensificando giorno dopo giorno.
È una mobilitazione che coinvolge sia il settore pubblico che quello privato. Particolarmente interessati da questo stop saranno gli studenti, perché il comparto Scuola sarà l'unico a fermarsi per tutto il giorno. Ma anche chi deve viaggiare in treno dovrà prestare attenzione agli orari e alle possibili variazioni.
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La scuola è l’unica che si ferma
Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha confermato che la scuola sarà coinvolta in prima persona nello sciopero generale. Per l’intera giornata di venerdì 3 ottobre è previsto uno stop indetto dal S.I. COBAS a livello nazionale per il personale del comparto Istruzione e Ricerca, dagli insegnanti e il personale Ata a chi lavora nelle università, con possibili interruzioni delle attività scolastiche e universitarie.
Cresce anche la mobilitazione degli studenti, che in queste ore ha già bloccato diversi atenei in tutta Italia. La Rete della Conoscenza, che riunisce LINK Coordinamento Universitario e l’Unione degli Studenti, ha annunciato che aderirà allo sciopero generale del 3 ottobre e al corteo nazionale del 4 ottobre a Roma, con uno spezzone giovanile e studentesco.
“Come Rete della Conoscenza saremo nelle piazze di tutto il Paese per lottare al fianco della Palestina, contro il genocidio che Israele sta compiendo nei territori occupati e a Gaza e per denunciare la complicità dello Stato italiano”, dichiara Francesca Cantagallo, coordinatrice nazionale che aggiunge: “L’Italia non ha mai cessato l'invio di armi e il supporto logistico all’esercito israeliano, anzi ha rinnovato i rapporti commerciali con lo Stato criminale di Israele”.
Anche Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, lancia un appello: “Chiediamo al governo di fermare subito l’invio di armi e a scuole e università di interrompere ogni accordo con Israele e con le aziende belliche. È inaccettabile che studentesse e studenti vengano mandati in formazione scuola-lavoro in aziende che producono strumenti di morte”.
Treni a rischio
I maggiori disagi saranno quelli del trasporto ferroviario, la categoria più colpita che subirà un forte condizionamento. L’agitazione inizierà alle ore 21 di giovedì 2 ottobre e si protrarrà fino alle ore 20:59 di venerdì 3 ottobre.
Tutti i treni potranno subire cancellazioni o variazioni e non sono esclusi disagi anche nelle ore immediatamente precedenti e successive all’agitazione. L'impatto dipenderà dall’adesione del personale di Gruppo FS, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord.
Per fortuna, sono previsti dei servizi minimi garantiti nelle fasce orarie più usate dai pendolari: i convogli circoleranno regolarmente tra le 6:00-9:00 e 18:00-21:00 dei giorni feriali.
Per i treni a media e lunga percorrenza – Frecce, InterCity, EuroCity ed EuroNight – è disponibile l’elenco delle corse assicurate. Se si rinuncia al viaggio, si può chiedere il rimborso entro l’orario di partenza del treno per Frecce e InterCity, ed entro le 24:00 del giorno precedente per i Regionali. In alternativa si può riprogrammare la partenza, informandosi sulle modalità specifiche.
Non tutti i treni però si fermano, come Italo che non dovrebbe essere coinvolta, dato che sul sito web della compagnia non compare alcuna comunicazione specifica.
Gli altri settori che si fermano
Oltre alla scuola e al settore ferroviario, lo sciopero interesserà altri comparti. È prevista un'astensione dal lavoro anche nel settore postale, proclamata da un sindacato non firmatario del CCNL.
Tuttavia, Poste Italiane ha precisato che non sono attesi disservizi rilevanti. In generale, al di fuori della scuola e dei treni, le conseguenze saranno limitate o circoscritte ai singoli servizi garantiti.
Le motivazioni dello sciopero
Le motivazioni che spingono a fermare l’intero paese sono politiche e umanitarie. Lo sciopero generale è un’azione di protesta contro quella che il sindacato definisce la complicità del governo italiano con le politiche israeliane.
Il sindacato intende lanciare un appello per una maggiore attenzione internazionale alla situazione a Gaza. Le principali richieste includono:
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Condanna del genocidio a Gaza e in Cisgiordania: il sindacato denuncia le operazioni militari israeliane e chiede la fine immediata delle ostilità.
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Sospensione delle forniture di armamenti e merci: si richiede l'interruzione di ogni collaborazione commerciale e tecnologica con lo Stato di Israele.
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Intervento delle istituzioni italiane: il sindacato sollecita un'azione concreta da parte del governo italiano per fermare le violenze e sostenere la causa palestinese.
Queste ragioni sono state esplicitate nel manifesto ufficiale e sono alla base delle adesioni in settori come sanità, trasporti e pubblica amministrazione.