
Nella giornata di oggi sono state davvero tante le manifestazioni che hanno riguardato il mondo della scuola: innanzitutto lo sciopero nazionale della scuola che è stato indetto dai sindacati Anief, Flc Cgil e Sisa e che non a caso è avvenuto in concomitanza con l'altro evento che ha coinvolto a pieno il mondo studentesco ovvero il Friday For Future che è tornato a svolgersi in ben 679 piazze del Mondo.
Ma, partecipare a quest'ultima manifestazione, un'occasione per chiedere pace e giustizia climatica, verrà considerata come un giorno d'assenza oppure no? E, sopratutto, quali sono le motivazioni che hanno spinto alle due manifestazioni? Vediamole insieme.
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Quali sono le motivazione dello sciopero della scuola?
Lo sciopero della scuola che si è svolto nella giornata di oggi è stato indetto in segno di protesta contro le politiche del governo che, nel comparto istruzione, non hanno provveduto né al rinnovo del contratto nazionale di lavoro né con all'assegnazione di un’indennità di rischio Covid-19 ma anzi hanno portato ad una riduzione del numero di alunni per classe.Accanto a queste motivazioni si aggiunge anche quella per il clima e contro la guerra e, proprio per questo, lo sciopero nazionale è stato convocato in concomitanza con le manifestazioni per il Friday For Future. Come ha spiegato la stessa Cgil, il mondo dell'Istruzione scenderà in piazza perché: "Alla minaccia di una guerra mondiale, infatti, si assomma una vera e propria “guerra climatica”, già in corso, per accaparrarsi materie prime e fonti di energia. La crisi e la dipendenza energetica si combattono massimizzando l’uso delle fonti rinnovabili e non riaprendo inquinanti ed obsolete centrali a carbone."
Quali sono le motivazioni che hanno riportato gli studenti in piazza?
A riportare gli studenti in piazza è stato il Fridays for Future che riempirà ben 679 piazze in tutto il mondo, dalla Svezia di Greta Thunberg all'Uganda di Vanessa Nakate, passando per i 78 cortei in Italia. le richieste degli studenti sono semplici: pace e giustizia climatica.Così come ha spiegato Ilyess El Kortbi citata da Repubblica: "Di solito scioperavo per il clima in Ucraina.Ma questo venerdì sciopero in Germania, i cui leader finanziano la guerra a casa mia. L'Unione Europea ha pagato finora 15 miliardi di euro per combustibili fossili da Putin dall'inizio della guerra in Ucraina". Dall'Uganda invece Edwin Namakanda ha ribadito che: "I governi del Nord globale dovrebbero pagare per le perdite e i danni nelle nostre comunità, non per un senso di solidarietà, ma perché è la loro responsabilità storica, e noi siamo qui per rivendicare quel debito".
Ci sarà l'assenza giustificata per chi parteciperà a questa manifestazione?
A differenza di quanto avvenne sotto il Ministro dell'istruzione Lorenzo Fioramonti che aveva giustificato gli studenti che parteciparono alle manifestazioni del Global Strike For Future nel 2019, l'assenza per gli studenti che aderiranno alla manifestazione per la pace e la giustizia climatica non sarà giustificata. E' quindi considerata un'assenza a tutti gli effetti anche se, in concomitanza, si è svolto lo sciopero della scuola. L'unica possibilità per non risultare assenti è che la scuola, per decisione del dirigente scolastico, rimanga chiusa a causa di alta partecipazione allo sciopero.Lo stesso ex ministro Fioramonti ha dichiarato:"Siamo di nuovo nelle piazze di tutto il mondo. Sono passati tre anni da quel primo Climate Strike del 25 Marzo 2019, quando centinaia di milioni di giovani si mobilitarono in tutto il pianeta, con un entusiasmo e, allo stesso tempo, una serietà che non si vedeva dai tempi delle manifestazioni pacifiste di quindici anni prima."
Ricordando la sua esperienza Fioramonti ha inoltre evidenziato che:"Da Ministro, ho sempre appoggiato lo "strike" e l'ho definito "la più importante lezione della nostra vita". E a darcela sono stati proprio gli studenti e le studentesse del nostro Paese. Al Ministero decidemmo di affiggere uno striscione (ci venne detto che non si poteva fare, ma come Ministro l'ho fatto lo stesso) con il nostro slogan "Istruzione, no estinzione". E dovrebbe essere ancora questo il nostro obiettivo: rafforzare le conoscenze, utilizzare tutte le competenze che abbiamo per costruire una società migliore."
"Il paradosso" - conclude l'ex ministro - "è che sappiamo esattamente cosa andrebbe fatto, ma continuiamo a perseverare negli errori del passato. Se non fosse per le giovani generazioni, che urlano la propria rabbia a pieni polmoni e propongono soluzioni senza essere ascoltati, nessuno neanche ne parlerebbe. Come allora, anche oggi urliamo insieme: "Istruzione, no estinzione"."
Paolo Di Falco