
In seguito all’ondata di indignazione suscitata dalla “lista stupri” comparsa nei bagni del liceo Giulio Cesare e in un altro liceo di Lucca, gli studenti hanno deciso di far sentire la propria voce.
I collettivi e le rappresentanze di numerosi istituti romani hanno annunciato un presidio in piazza Trasimeno, davanti allo storico istituto di corso Trieste, previsto per il 5 dicembre alle 15.
Una manifestazione che nasce dall’esigenza di mostrare solidarietà alle studentesse coinvolte e di chiedere cambiamenti concreti dentro le scuole.
Quali sono le ragioni della manifestazione
“Quello che è successo al Giulio non è un episodio isolato", spiegano dal coordinamento dei collettivi romani, "non è una bravata, è pura violenza. E il riflesso di una scuola che troppo spesso tace, minimizza, protegge chi agisce e abbandona chi subisce”.
Per i promotori del presidio, quanto accaduto non può essere considerato frutto del caso: “Una ‘lista di stupri’ non può nascere dal nulla, nasce da una quotidianità che normalizza il sessismo. Davanti a ciò il silenzio rende complici”.
I gruppi studenteschi sottolineano come l’intera comunità scolastica debba sentirsi chiamata in causa: “Negli altri licei non possiamo far finta di niente. Non possiamo pensare che basti indignarsi per sentirsi al sicuro. Se vogliamo davvero cambiare le cose, dobbiamo agire da subito e da dentro”.
Da qui la decisione di scendere in piazza: “La scuola è e deve essere uno spazio libero e sicuro", dicono attiviste e attivisti. "E se non lo riempiamo noi, lo riempie chi ci vuole zittire. Per questo, davanti a ciò che è accaduto al Giulio, diciamo che non basta condannare, bisogna trasformare. Bisogna aprire spazi di parola, di ascolto, di lotta. Vogliamo educazione sessuo-affettiva ora. Vogliamo una scuola che non insegni a possedere, ma a rispettare. Vogliamo che nessuno si senta più sola, mai più. Facciamo sentire le nostre voci”.
La critica alla scuola e al governo
Nel mirino dei collettivi finiscono anche la dirigenza dell’istituto e l’esecutivo: “Non ci bastano due parole di circostanza spese dalla preside per salvaguardare la reputazione dell’istituto. Non ci basta il ddl Valditara che riduce un problema strutturale chiedendo il consenso dei genitori per ricevere un'educazione che dovrebbe essere parte integrante e quotidiana del sistema scolastico”.
Al presidio, oltre agli studenti e alle studentesse del Giulio Cesare, prenderà parte anche il movimento Non una di meno.