
Avere una pagella con qualche insufficienza non è mai piacevole, ma scoprire di essere “non classificato” in due materie senza aver saltato una sola lezione è qualcosa che rasenta l’assurdo.
Eppure, è esattamente quello che è successo agli studenti della terza E di un liceo scientifico di Milano, che si sono ritrovati con un vuoto totale in scienze naturali e filosofia.
La colpa? Non certo la loro.A mancare, per mesi, sono stati infatti i professori.
Il risultato è che la classe si è trovata con due buchi enormi nella propria preparazione e una pagella a dir poco surreale. Una vicenda che solleva una domanda inquietante: com’è possibile che in una scuola pubblica non si sia riuscita a garantire la presenza di due insegnanti per così tanto tempo?
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Un susseguirsi di rinunce: perché la classe è rimasta senza docenti
All’inizio dell’anno, racconta il ‘Corriere della Sera’, tutto sembrava normale: le professoresse di filosofia e scienze erano regolarmente in cattedra.
Ma poi, a fine ottobre, entrambe hanno lasciato il loro incarico: una perché ha vinto un concorso da dirigente scolastico, l’altra per motivi personali.
Da quel momento in poi, per gli studenti della terza E è iniziato un incubo burocratico. Senza insegnanti, molte ore sono rimaste scoperte, tanto che in alcune giornate gli studenti entravano a scuola più tardi o uscivano prima. Qualcuno ha ricevuto un solo voto in tutto il quadrimestre, altri neanche quello.
La girandola infinita delle nomine
La ricerca di supplenti è diventata un’odissea senza fine.
Perché la procedura è abbastanza lunga, prevedendo che i docenti vengano nominati prima dalle graduatorie di merito e poi da due graduatorie provinciali. Se nessuno accetta, si passa agli interpelli, ovvero le candidature aperte. Solo alla fine, quando tutto il resto fallisce, le scuole possono scegliere direttamente dalle proprie graduatorie d’istituto.
Nel caso specifico, il problema è stato che ogni volta che un docente veniva individuato questo poi si rifiutava di accettare l’incarico. E così il processo doveva ripartire da capo.
Una perdita di tempo che ha esasperato sia gli studenti che le famiglie, tanto da portare alla protesta davanti all’istituto e a una lettera al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
L'emergenza insegnanti: stipendi troppo bassi e trasferimenti impossibili
Perché nessuno voleva prendere i posti vacanti? La dirigente scolastica ha spiegato che il problema è complesso: “La situazione ci ha messo a dura prova, ma abbiamo fatto tutto il possibile. Gli uffici dell’Ust hanno continuato a nominare, ma i docenti non si sono presentati e il 21 gennaio, non appena ricevuta l’autorizzazione a usare le graduatorie d’istituto, abbiamo proceduto alla loro individuazione”.
Un fattore cruciale, sottolinea ancora la preside, è che molti aspiranti docenti vivono al Sud e non possono permettersi di trasferirsi a Milano con lo stipendio attuale. Inoltre, per la prima volta, una docente ha rifiutato un incarico di ruolo per accettare un lavoro in una scuola privata, dove lo stipendio era più alto.
E un altro insegnante si è dimesso subito dopo la nomina.
Un problema che riguarda tutta Milano
Il caso del Moreschi, peraltro, non è isolato.
A gennaio 2025, nelle scuole di Milano e provincia, sono stati pubblicati ben 330 interpelli per la ricerca di insegnanti: un segnale di una crisi che rischia di esplodere.
Le figure più richieste? Insegnanti di sostegno e docenti di materie scientifiche e tecnologiche.
Secondo la rappresentante dei genitori della scuola, è necessario un intervento a stretto giro: “È urgente che il Ministero snellisca la gestione burocratica delle graduatorie e affronti il tema degli stipendi dei docenti. Si ha come l’impressione che questa professione la stiamo perdendo, che si rischi una grossa crisi come è stato per medici di base e infermieri”.
Da qui la proposta: creare alloggi a prezzi calmierati per i docenti trasferiti a Milano, simili agli studentati, per rendere economicamente sostenibile l’insegnamento nelle grandi città.