Imma Ferzola
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studentessa commenta 'lista stupri'

Ha fatto tanto discutere e indignare quanto è stato ritrovato sulla parete del bagno del liceo Giulio Cesare, uno degli istituti più rinomati di Roma. Tra gli interventi più rilevanti, quelli di politici e di rappresentanti della scuola, ma non è mancata la voce di chi è stata direttamente coinvolta dall'elenco.

“Nella lista stupri trovata scritta sui muri del bagno dei maschi del secondo piano c’è anche il mio nome”, ha dichiarato una studentessa. “Sono schifata e arrabbiata. Il fatto che sia accaduto all’interno delle mura della mia scuola peggiora la situazione: la scuola dovrebbe essere un luogo sicuro. Al suo interno dovrei sentirmi libera di camminare nei corridoi in maniera tranquilla. Ma evidentemente non è così”.

Anche il Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha voluto far sentire la sua vicinanza alle vittime inserite nell'elenco della vergogna, promettendo provvedimenti. Intanto, la dirigente scolastica del'istituto è stata ascoltata in Questura, per andare a fondo alla vicenda.

Indice

  1. Che cosa è accaduto
  2. La condanna dalla dirigenza
  3. L'intervento della politica
  4. La presa di posizione del ministro Valditara
  5. La voce di studenti e studentesse
  6. Lo sviluppo delle indagini

Che cosa è accaduto

L’elenco, ricordiamo, riportava nomi e cognomi di ragazze dell’istituto. Immediatamente dopo il ritrovamento è scattata la denuncia interna. “Non soltanto dal collettivo Zero Alibi, anche i rappresentanti d’istituto hanno parlato con la dirigenza scolastica. Tutta la comunità ha collaborato per dare la giusta attenzione che un gesto del genere merita”, ha spiegato la giovane che si è ritrovata nella lista.

E aggiunge: “È un atto di violenza. Che poi non sia una violenza fisica, è sicuramente una minaccia e questo mette a rischio noi studentesse. Una lista stupri è una vera e propria minaccia scritta”.

La condanna dalla dirigenza

La preside del liceo ha firmato una circolare immediata per mettere in chiaro la posizione dell’istituto: “Si ribadisce fortemente la condanna nei confronti di qualsivoglia stereotipo e violenza di genere sia essa fisica, verbale, psicologica o digitale. Il Giulio Cesare non è aperto alla violenza; il nostro liceo non vuol essere ricettacolo d'intolleranza”, ha scritto.

La dirigente ha, inoltre, ricordato come la scuola “si riconosca fortemente nei valori costituzionali” e lavori quotidianamente per trasmetterli agli studenti. Esprimendo, poi, “sostegno e affettuosa solidarietà alle studentesse e agli studenti coinvolti in questa scriteriata esternazione”.

L'intervento della politica

Il caso ha, però, subito superato i confini dell’istituto, arrivando in Campidoglio e in Parlamento. Maria Elena Boschi ha commentato che una “lista stupri” sui muri di una scuola “fa male, ferisce. È il segnale di una cultura degradata e degradante che non possiamo ignorare”.

Il capogruppo della Lega in Campidoglio, Fabrizio Santori, ha parlato di “fatto di gravità assoluta”, sottolineando che associare nomi e cognomi di studentesse a una lista simile “configura una forma di intimidazione sessuale e di istigazione alla violenza, che va chiamata con il suo nome”.

La presa di posizione del ministro Valditara

Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara ha fatto sapere di aver chiesto verifiche interne: “Quanto successo al liceo Giulio Cesare con pesanti offese sessiste rivolte ad alcune studentesse è un fatto grave che va indagato e sanzionato duramente”, ha dichiarato.

Il Ministro ha sottolineato che, con le nuove norme, le scuole “hanno tutti gli elementi per procedere”, aggiungendo che intende verificare anche “come stanno andando all'interno del liceo i corsi di educazione al rispetto della donna e di educazione alle relazioni previsti per la prima volta obbligatoriamente dalle nuove linee guida sulla educazione civica”. Concludeno che "il rispetto è un valore imprescindibile. Nella scuola italiana non vi è spazio per la violenza e la discriminazione”.

La voce di studenti e studentesse

Sul canale social del collettivo Zero Alibi, che ha denunciato per primo l'accaduto, è stata dato spazio a chi vive l'ambiente in prima persona. Studenti e studentesse scrivono: "Questa vicenda sottolinea le solite logiche coercitive della cultura patriarcale". E ancora "Questa lista ci mostra come gli episodi di violenza non siano dei raptus di persone non sane, ma la conclusione di un percorso dompiuto da uomini che sono perfettamente in sé". 

L'intervento mostra delle testimonianze dirette e si conclude con la richiesta "che le istituzioni si prendano la responsabilità di introdurre percorsi seri di educazione sessuo-affettiva. Lo stesso chiediamo alla Dirigenza scolastica". "Vogliamo soluzioni concrete ed incisive", concludono.

Lo sviluppo delle indagini

La comunità scolastica attende ora gli sviluppi delle indagini interne e le eventuali misure disciplinari. Ci sarebbe almeno un sospettato ma mancano ancora conferme ufficiali. Nel frattempo, due genitori dei nove ragazzi presi di mira hanno già sporto denuncia, gli altri potrebbero presto fare lo stesso.

Il gesto, confermano dalla Squadra Mobile, ha un movente politico: alcune delle vittime sono impegnate contro la violenza sulle donne.  

Per questo, la preside del liceo è stata convocata in Questura, per fornire quanti più dettagli utili agli investigatori per identificare al più presto i colpevoli.  

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