
Non accennano a placarsi le proteste di alcuni studenti di un liceo calabrese che, ormai da tre giorni, stanno occupando l'istituto contro presunti episodi di molestie sessuali ad opera di un professore e ai danni di alcune studentesse.
La vicenda sembra evolversi, come testimonia la prima denuncia formale presentata dagli studenti ai carabinieri, che raccoglie più segnalazioni. Nella denuncia, una ragazza, rimasta anonima, avrebbe raccontato di aver subito numerose molestie quattro anni prima dal professore accusato dagli studenti. La Procura di Cosenza, con lo scopo di vederci chiaro, ha aperto un fascicolo conoscitivo. Al vaglio degli inquirenti in queste ore ci sarebbe anche una pagina Instagram, aperta da una ex-studentessa, i cui post raccontavano quanto accaduto tra le mura scolastiche.
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Presunte molestie ai danni delle studentesse da parte di un prof: le testimonianze su Instagram
Tra le segnalazioni, una delle studentesse avrebbe raccontato di aver ricevuto una proposta indecente da parte del professore che le avrebbe chiesto una foto del seno in cambio della sufficienza. A quanto si apprende dal FattoQuotidiano.it, la ragazza avrebbe anche segnalato l'episodio a chi di dovere: “Poi c’era anche la mia amica che ha visto la scena e mi ha accompagnato dalla preside che non ha fatto nulla perché quel professore è ancora qua”.Ma non si tratta di un caso isolato. A detta degli studenti e delle studentesse, sono molti casi di molestie non denunciati, ma documentati. Per non far passare in sordina la vicenda infatti, un'ex studentessa avrebbe infatti aperto una pagina Instagram, con lo scopo di raccontare quanto aveva subito. Dalla pagina infatti si apprende chele molestie si sarebbero consumate anche durante i compiti in classe “quando il docente – sostiene un'altra studentessa - faceva spostare la mia compagna di banco. Si sedeva e mi aiutava con matematica per farmi prendere la sufficienza, ma mentre mi spiegava cosa dovevo fare, poggiava la mano sulla schiena e pian piano scendeva. Cercavo di spostarmi per evitare che mi toccasse e lui la smetteva per un po’. Dopo ricominciava… e mi indicava le cose cercando in qualche modo di toccarmi il seno”.
Il docente sembrerebbe aver agito così altre volte, approfittando anche della noncuranza dei compagni di classe. Al riguardo è particolarmente esplicito quanto riportato dal post di un'altra studentessa,che ha ricordato le parole che il docente, sedutosi vicino a lei, le avrebbe detto: “Non appena mi sono spostata ha detto ‘tranquilla polpettina che non ti faccio niente, non ti mangio, ci facciamo solo qualche carezzina dai‘. Ad ottobre mi ha chiesto a che ora mi sarebbe riuscito a trovare sulla statale per potermi chiedere una botta, testuali parole”.Un comportamento più volte reiterato, che non ha fatto vivere serenamente la ragazza nemmeno durante la pandemia, tra le mura di casa: “Il mio professore iniziò a scrivermi messaggi su whatsapp fuori contesto, dire frasi fuori luogo e fare ‘apprezzamenti’… Mi videochiamava, cercava di contattarmi in continuazione in svariati modi tramite i diversi social” si legge nel post.
La scuola risponde agli studenti
"Vogliamo quindi dire alle nostre ragazze ai nostri ragazzi che hanno messo in atto iniziative di protesta in questi giorni che noi, docenti, personale ATA, dirigenza scolastica non siamo la loro controparte. Alle studentesse, agli studenti, alle famiglie diciamo oggi di stare tranquilli: la scuola che frequentano, dove stanno crescendo e a cui hanno affidato i loro figli, è un luogo sicuro." Così rispondono mediante una lettera pubblicata dal sito della scuola i professori dell'istituto, approvata all'unanimità dal Collegio dei docenti straordinario. "Se ci sono stati nel corso di questi anni azioni, comportamenti, episodi che hanno in qualche modo incrinato il rapporto di fiducia tra le diverse componenti scolastiche è interesse di tutti che questi emergano in piena luce e siano valutati e perseguiti nelle sedi opportune, comprese quelle giudiziarie" continuano i professori."Di una cosa dobbiamo essere tutti certi: non ci può essere alcuna tolleranza per ogni forma di molestia sessuale, di violenza fisica o verbale che offenda la dignità di tutti e in particolare di soggetti minori e in formazione" scrivono. "Allo stesso tempo è necessario evitare inaccettabili generalizzazioni o processi sommari che sempre lasciano solo macerie e ferite profonde che difficilmente potranno essere rimarginate. Occorre ricostruire il corretto rapporto educativo che si basa sulla consapevolezza e il rispetto dei ruoli di ciascuno."
"Non crediamo sia necessario ricordare che in una società democratica vige il principio fondamentale della responsabilità, che come dice la nostra Costituzione, è sempre individuale e personale. Dobbiamo, infine, assumerci una responsabilità collettiva come educatori, come studenti, come famiglie: quella di essere comunità che lavora unitariamente alla crescita di questa nostra terra con dignità ed onore". E concludono: "A questo impegno, ne siamo certi, nessuno verrà meno nei prossimi giorni e nelle prossime settimane e nel prossimo futuro".