
Un cumulo di libri, appunti e qualsivoglia materiale scolastico ormai in disuso. Le nuove edizioni scacciano quelle degli anni precedenti, e così cataste di libri si accumulano sui marciapiedi della zona dove risiede lo storico mercatino di testi scolastici. L'inchiesta de “La Repubblica” fa luce su una vicenda che – in questi tempi di incertezza e di aumento dei prezzi – grava sulla spesa delle famiglie italiane.
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I libri fuori mercato finiscono nella spazzatura
”Dopo tre anni di Convitto, ora che sto per iniziare il quarto, i miei libri sono già troppo vecchi", spiega Luca, intervistato da “La Repubblica” mentre getta i testi nel secchio. "Non saprei dove mettere tutti questi testi, pensavo di venderli ma nessuno li vuole, al massimo potrei cercare un altro secchio che non sia già pieno. Ma ho visto che passa il furgone dell'Ama, raccoglierà anche i miei” gli fa eco Matteo. A deciderlo in alcuni casi è il collegio docenti, in altri lo stesso editore. Di conseguenza – come spiegano i due ragazzi – si tratta di manuali fuori mercato e che quindi non vengono acquistati nemmeno dai mercatini dell'usato: destinati a finire in discarica, con la speranza che vengano quantomeno riciclati.
Anche i libri scolastici rispondono all'obsolescenza programmata
Il continuo aggiornamento dei testi fa sì che alcuni manuali vengano usati a volte per solo un anno scolastico. Un aggiornamento che però sempre più spesso è irrilevante in ottica di apprendimento, con variazioni minime a livello di contenuto e che quindi non giustifica un invecchiamento precoce dei manuali. Un fenomeno che in realtà sembra rispondere alla legge economica dell'obsolescenza programmata: ovvero accorciare la vita naturale di un prodotto, spingendo il consumatore ad acquistare prima del tempo la versione successiva.Serge Latouche, economista francese del secondo '900, ne parla in una sua celebre opera, dal titolo “Usa e getta: le follie dell'obsolescenza programmata”, ma sono in molti ormai a ritenere che questo fenomeno, derivante dal consumismo, si applichi anche al contesto scolastico. Una trovata geniale da un punto di vista commerciale, ma forse discutibile sotto il profilo etico e soprattutto dannosa per l'ambiente.