
Una lettera accesa e senza filtri, quella firmata da un genitore di uno degli studenti del liceo Virgilio di Roma.
Giusto pochi giorni fa, lo stesso istituto capitolino era finito al centro di una polemica a causa del conteggio dei danni riscontrati al momento dello sgombero della scuole dopo la recente occupazione. Anche il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, era intervenuto sulla questione.
Definendosi "esasperato", l’autore della missiva punta il dito contro la gestione dell’occupazione da parte della dirigente scolastica. A venire a galla, fa sapere ‘RomaToday’, anche episodi passati che non hanno fatto altro che inasprire il rapporto con studenti e genitori.
Nella lettera, che sta circolando tra le famiglie, viene poi dato spazio alla difesa dei ragazzi, giudicati “molto più maturi e consapevoli” di quanto si immagini.
Indice
La lettera del genitore: "Tutti gli occhi sono puntati sulla scuola"
La lettera si apre con una riflessione sull’attenzione mediatica rivolta all’istituto durante e dopo l’occupazione: “In questi giorni si parla tanto, troppo, dell'occupazione del liceo Virgilio, da qui nasce l’esigenza di questo sfogo”, scrive il genitore, che continua spiegando che, nonostante la moltitudine di istituti occupati, i riflettori sono tutti rivolti verso il Virgilio.
“Probabilmente questo è dovuto al fatto che la dirigente (più che supportata dal Consiglio di istituto e, ahimè da alcuni/e docenti) sia riuscita, più di altri/e dirigenti, a richiamare l’attenzione mediatica”.
Come fa presente ‘RomaToday’, non sarebbe la prima volta che la dirigente scolastica viene criticata per la gestione dell’occupazione. Nella lettera, in tal senso, si fa menzione di un episodio nello specifico: “Tutto è cominciato quando ha organizzato un fallimentare sit in contro l'occupazione, affermando di essere sempre stata disponibile al dialogo con gli/le occupanti, trovata alquanto discutibile visto che il risultato, come era prevedibile, è stato quello di mettere gli uni contro gli altri e di creare un forte clima di tensione anziché distenderlo”.
La preside? "Presente solo nei giorni dell’occupazione"
L’autore della lettera critica apertamente l’atteggiamento della dirigente scolastica, accusandola di essere presente solo durante le emergenze (o, più in generale, quando le conviene): “È stata così attiva e presente solo ed esclusivamente nei giorni dell’occupazione, mentre per il resto dell’anno cercare di farsi ricevere o avere con lei un colloquio, risulta un’impresa”.
Viene ricordata anche la convocazione, risalente al periodo post-occupazione dell’anno scorso, di oltre trecento studenti e studentesse con le loro famiglie per incontri definiti dal genitore come “veri e propri processi”. Un clima che, secondo la lettera, ha peggiorato ulteriormente i rapporti tra dirigenza e comunità scolastica.
Gli studenti: “Molto più lucidi e maturi di quanto si immagini”
Una parte significativa della lettera è dedicata, poi, alla difesa degli studenti: “Chi si fosse degnato di venire ad ascoltare i ragazzi e le ragazze, che hanno indetto ben tre assemblee pubbliche e aperte, si sarebbe reso conto che sono molto più lucidi/e, preparati/e, maturi/e e consapevoli di quanto si immagini”, scrive il genitore.
E ancora: “Chiedono dialogo, chiedono di approfondire tematiche di attualità, capire il mondo in cui vivono e quello che li attende al di fuori della scuola. Chiedono che la scuola non sia ridotta a un mercificio di voti e valutazioni, chiedono spazi dove potersi confrontare con e senza gli adulti, chiedono di crearsi una coscienza critica e una coscienza politica”.