
Era a un passo dalla Maturità, ma alla fine è arrivata la non ammissione a causa di alcune sue insufficienze. È successo a una studentessa di quinta superiore che ha deciso di scrivere una lettera-sfogo alla redazione di Skuola.net, per denunciare quanto è accaduto.
La ragazza racconta che le ragioni della sua non ammissione all’Esame di Stato non sono solo attribuibili al suo impegno durante l’anno, ma anche a ciò che succedeva in classe con alcuni prof.
Oggi la sua delusione è tanta, ma anche la profonda amarezza per quella che considera un’ingiustizia subita.
E che potrebbe non essere un caso isolato.La sua lettera è un grido d'aiuto, un appello per una scuola più giusta e trasparente, e noi di Skuola.net non potevamo certo restare in silenzio. Da sempre siamo al fianco degli studenti, pronti a dare voce alle loro esperienze e ai loro bisogni. È fondamentale che queste storie vengano alla luce, perché solo così si può sperare in un cambiamento.
Le ingiustizie subite
La studentessa, nella sua lettera, riporta una serie di episodi che sollevano seri dubbi sulla correttezza e la trasparenza delle valutazioni. In italiano, ad esempio, scrive che i compiti in classe una volta corretti dal professore, non è stato mai possibile rivederli per capire quali fossero stati gli errori. Un problema non da poco, che si aggiunge a quello della mancanza di supporto da parte di alcuni docenti.
La prof di inglese, racconta poi, pur avendo promesso un'interrogazione per recuperare i voti bassi, si è poi rifiutata "adducendo come motivazione che era stanca". E ancora, le ore di italiano e storia trascorse con lo stesso docente, che anziché spiegare passava il tempo con smartphone e giornale. Una situazione inaccettabile che, a detta della studentessa “era all’ordine del giorno".
Non solo, la preparazione per la prima prova d'esame è stata praticamente inesistente: mai studiata né esercitata. Inoltre racconta anche che ha provato a recuperare la sua media dei voti, ma la risposta era sempre un secco "ormai è fatta", senza alcuna possibilità di rimediare.
Il culmine dell'ingiustizia, infine, è arrivato con il voto di condotta, secondo lei abbassato nonostante non ci fossero state note o provvedimenti disciplinari, e addirittura più basso di compagni sospesi.
Una valutazione equa e trasparente
Questa decisione inaspettata - di non farla accedere all'esame - ha avuto un impatto devastante sulla ragazza, che racconta di essersi chiusa in se stessa. Il suo senso di giustizia l’ha però spinta a portare alla luce dinamiche scolastiche che, purtroppo, capitano e che portano a conseguenze per l’apprendimento degli studenti.
Non essere ammessi ad un passo da una delle tappe più importanti della vita è un vero e proprio trauma emotivo, che evidenzia quanto sia importante, come afferma l’autrice della lettera, che "ogni alunno sia valutato in modo corretto, trasparente e che abbia le stesse opportunità".
La lettera della studentessa
Ecco il testo completo della lettera in cui la studentessa racconta la sua esperienza e di come sta vivendo questo complicato momento:
"Ciao Skuola.net,
volevo portare alla vostra attenzione quella che per me è una situazione ingiusta che sto vivendo in questi ultimi giorni. Sono un’alunna di quinta e purtroppo non sono stata ammessa all’esame di maturità a causa di alcune insufficienze.
Sono consapevole che il mio impegno non è sempre stato al 100% — come molti studenti, a volte avrei potuto fare di più — ma penso che in questo caso la situazione sia stata influenzata da diversi fattori che non dipendono esclusivamente da me.
Per esempio:
• In italiano non abbiamo quasi mai potuto rivedere le verifiche per capire dove sbagliavamo, e i voti delle prove scritte sono stati quasi sempre identici per tutta la classe, senza una valutazione veramente individuale.
• La prof di inglese, per darmi l’opportunità di arrotondare il voto, aveva inizialmente proposto un’interrogazione finale, ma poi si è assentata per l’ultima settimana di scuola e, nonostante io sia andata a chiederle di farmela lo stesso, si è rifiutata, adducendo come motivazione che era stanca.
• Durante le lezioni di italiano (e anche di storia, che tiene lo stesso professore) per oltre il 70% del tempo non si faceva assolutamente nulla: lui stava al telefono, con le cuffiette o a sfogliare il giornale, senza degnarsi di fare lezione. Quando provava a iniziare a spiegare (di solito per una decina di minuti) e vedeva che 2-3 compagni non portavano il libro, usava quella come scusa per smettere immediatamente. La classe può testimoniare che questa situazione era all’ordine del giorno.
• La prima prova d’esame non è mai stata adeguadamente affrontata dal professore: non l’abbiamo mai studiata né esercitata, quindi dovremo prepararci per conto nostro.
• Nonostante il mio impegno per aumentare il voto, che era fisso a 5,5, ogni verifica era valutata allo stesso modo per tutta la classe, quasi come se i voti fossero delle etichette.
• Da fine aprile, per oltre un mese, ogni qualvolta chiedevo di farmi interrogare per dimostrare quanto sapessi, la risposta era sempre: “ormai è fatta”, senza darmi nessuna possibilità di recupero.
• Come se non bastasse, hanno fatto in modo anche di abbassarmi il voto di condotta, pur non avendo mai mancato di rispetto a nessuno, senza aver ricevuto nessuna nota o provvedimento disciplinare. Mi è stato addirittura messo lo stesso voto (o anche più basso) di compagni che sono stati sospesi, che presentavano oltre 3 note, ecc.
Questa decisione per me è stata una sorpresa, ma soprattutto una botta emotiva. Sono una settimana che non esco di casa, non vedo nessuno — nemmeno i miei amici, che per fortuna continuano a darmi il loro supporto — e non vado nemmeno a lavorare, perché in questo momento provo un grande vuoto, una grande tristezza, come se il mio impegno non contasse nulla.
Chiedo aiuto a voi, perché è importante che questi fatti vengano alla luce.
È importante che ogni alunno sia valutato in modo corretto, trasparente e che abbia le stesse opportunità".