
Sono arrivate le scuse da parte dell’autore del sondaggio sui femminicidi, condiviso alcuni giorni in una chat scolastica, lasciando tutti senza parole, e lo ha fatto pubblicamente con una lettera. "Non ho giustificazioni, né spiegazioni. Mi rendo conto della gravità delle mie parole", ha dichiarato, scosso dalla reazione che le sue azioni hanno scatenato.
L’episodio, avvenuto in una scuola di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, è stato immediatamente condannato da associazioni, istituzioni, ma anche dai parenti delle vittime citate.
L’avvocato a cui si sono rivolti i genitori, anche loro scossi dall’insensibilità mostrata dal figlio, fa sapere che il ragazzo oltre a mostrare il suo dispiacere per l’accaduto si è messo a disposizione per rimediare.
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Il sondaggio choc sui femminicidi
Il sondaggio incriminato è apparso in una chat di classe, in cui si chiedeva: “Tema femminicidio: chi si meritava di più di essere uccisa? Giulia Tramontano, Mariella Anastasi, Giulia Cecchettin?”. Una domanda che ha gelato il sangue.
Due studenti hanno votato, un altro ha sghignazzato e l'autore, vedendo la scarsa adesione, ha incalzato: “Fate i seri, votate il tema”. È bastato questo a far scattare una compagna, che con coraggio ha chiesto: “Ma che problemi avete?”.
Così ha fatto lo screenshot della schermata prima che il messaggio venisse cancellato dall’autore, portando alla luce un episodio che va ben oltre la goliardata e l'immaturità. Un gesto che ha richiesto l'intervento dei Carabinieri, così come delle istituzioni scolastiche.
La lettera di scuse dello studente
Non è tardata ad arrivare la reazione dell’autore del sondaggio, travolto dalle critiche. Lo ha fatto con una lettera pubblica in cui si rende conto del grave errore commesso e rivolge le scuse ai parenti delle vittime citate:
“Non ho giustificazioni, né spiegazioni. Mi rendo conto della gravità delle mie parole. Sono mortificato per ciò che ho scritto e ritengo di dover porgere le mie scuse ai genitori di quelle donne, ai loro parenti e ai loro amici. Tutto questo non era nelle mie intenzioni e mancava una qualsiasi intenzione o un qualsiasi senso. Ho scritto senza pensare al significato e al valore delle mie parole. Il rispetto è dovuto a tutti e la violenza non è mai giustificata, nemmeno quella delle parole”.
Un impegno per rimediare
I genitori dello studente, racconta l’avvocato a cui si sono rivolti, "sono disperati. Mi hanno telefonato in lacrime, chiedendomi dove avessero sbagliato. E il ragazzo è distrutto. Si è reso conto immediatamente di avere sbagliato, tant’è che ha cancellato subito quel sondaggio vergognoso, senza che nessuno glielo chiedesse. E si è messo a disposizione per rimediare”.
Per farlo ha deciso, spiega l’avvocato, “di pagare di tasca sua l’organizzazione di un incontro, che probabilmente si terrà a settembre, rivolto a ragazzi della sua età, per educare a un linguaggio corretto e al rispetto della donna”.
Le reazioni e la necessità di educare
Nonostante i tentativi di recuperare, la vicenda ha avuto una risonanza immediata anche sui social. Gli screenshot sono stati diffusi con un post sulla pagina di Women for Freedom, associazione impegnata nella lotta alla violenza di genere, in cui scrivono: "È difficile perfino scriverlo. È difficile crederci. Perché questa non è solo una bravata di cattivo gusto”, la didascalia che accompagnava le immagini.
Anche Chiara Tramontano, sorella di Giulia, una delle vittime citate nel sondaggio, ha espresso il suo dolore e la sua indignazione: “A questi ragazzi non ho niente da dire, perché non hanno sensibilità. E una persona che scherza in questo modo non ha bisogno di essere educata, ma soltanto di essere smascherata. Forse chiederei loro come si sentirebbero, se parlassimo della loro madre”.
Nonostante la rabbia, ha sottolineato però l'importanza di affrontare il problema alla radice chiedendo che "si vada a educare questa classe, perché è pietoso".
Il ministro Valditara: “Provvedimenti dall’istituto”
Il Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha chiesto provvedimenti opportuni per sanzionare comportamenti così gravi, per richiamare alla cultura del rispetto: "Quanto accaduto lascia molta amarezza e dimostra un alto grado di immaturità e di insensibilità".
Dura reazione anche dalla Ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, che ha parlato di: “assuefazione radicata e da sradicare”.
Mentre il Presidente del Veneto, Luca Zaia, ha richiesto "l'adozione di tutti i provvedimenti previsti, se dalle indagini dovessero emergere profili penalmente rilevanti".