
Ci vuole molto coraggio per convincersi ad abbandonare una carriera brillante per inseguire ciò che rende davvero felici. Lo ha dimostrato un'ingegnera romana di 43 anni, che ha lasciato il suo lavoro per dedicarsi all’insegnamento: una professione che le permette di avere un rapporto sano con la sua carriera. “Guadagnavo di più, ma a scuola sono più felice” ha confessato durante un’intervista, secondo quanto riporta ‘Tecnica della scuola’.
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Il coraggio di cambiare tutto
Un'ingegnera di Roma, ha dato una svolta alla sua vita a 43 anni, scegliendo di abbandonare il suo lavoro per insegnare tra i banchi di scuola. Nonostante lo stipendio da docente non sia paragonabile a quello da ingegnere, la donna confessa di sentirsi felice come non mai. “Mi sono resa conto che tornavo sempre a casa tardi. Spesso le riunioni iniziavano alle 18. Ho capito che ti perdi tante cose. E mi mancava anche qualcos’altro. Quel lavoro mi riempiva la testa, ma non il cuore. Non ero appagata. Così, quando sono rimasta incinta, ho deciso che dovevo cambiare vita”.
Le prime lezioni nel carcere
Sin dai tempi dell’università la donna si sentiva appagata quando aiutava i suoi colleghi a capire argomenti spinosi e a superare gli esami, ma non aveva mai pensato seriamente ad intraprendere una carriera nel mondo dell'istruzione. I suoi esordi da insegnante sono avvenuti come docente di fisica in un istituto agrario del carcere. “Ho preferito insegnare a dei detenuti, piuttosto che affrontare come prima esperienza di insegnamento una classe di adolescenti. Lo rifarei altre mille volte. È stata una sfida ma con loro dovevo solo trasmettere il mio sapere e creare dei rapporti umani. Non dovevo educare. Non c’era bisogno di dare troppe regole. Insegnavo a miei pari, e quel primo anno mi è servito moltissimo”. Lì la donna ha imparato a preparare le lezioni e a gestire una classe.
Alle scuole superiori da precaria
Quando ha ritenuto giusto passare all’insegnamento in una scuola superiore, la donna ha dovuto prepararsi e studiare, ma per ora resta precaria: “Per insegnare matematica ho dovuto fare un master. E per diventare di ruolo dovrei prendere l’abilitazione, ma ancora non ho tempo per prepararmi. Quindi faccio supplenze annuali. Ogni anno mi possono chiamare in scuole diverse”. I suoi primi anni sono stati complicati, ma pieni di entusiasmo e risultati: “La cosa difficile è instaurare dei rapporti. All’inizio è stata dura, ma poi ho avuto grandi soddisfazioni, vedere i miei studenti che miglioravano nelle mie materie è stato molto gratificante. Un anno in particolare è stato meraviglioso”.
Il lato bello della scuola
L’ingegneria ha rivelato quali sono i benefici che trae dal lavoro a scuola: “Quando entro a scuola sono sempre felice. Sono felice tutte le mattine. Non solo perché i ragazzi mi riempiono di affetto. Ma mi offrono gli strumenti per capire la vita, per comprendere meglio i miei figli. E mi sento sempre giovane.” Nonostante l’amore per il suo vecchio lavoro, la donna ha trovato il suo equilibrio grazie all’insegnamento: “Ogni tanto, quando sento qualche mio ex collega che parla di lavoro, rinasce la vecchia passione. Ma non tornerei mai indietro. Sono responsabile dell’educazione degli adulti di domani. Dovranno costruire la loro vita anche grazie a quello che io gli ho trasmesso. L’ingegneria è più fredda. Non dai una parte di te a una giovane mente. Ho scoperto che l’insegnamento era il mio lavoro. Certo, è faticoso. E mi piacerebbe avere un posto fisso. Ma è meraviglioso comunque”.
Il guadagno più grande
Se lo stipendio da ingegnere le permetteva di guadagnare molto di più in termini economici, il nuovo lavoro le permette di accumulare un altro tipo di ricchezza: il tempo. “Il tempo è realmente denaro. - ha ammesso - Basti pensare ai soldi che avrei speso in babysitter. Ma soprattutto i soldi vanno e vengono. Il tempo non torna più. Se arrivi a casa stanco la sera, poi, non hai voglia di ascoltare, non hai la lucidità per seguire al meglio i tuoi figli. Invece io ho la voglia, la lucidità e la forza di farlo”.