
Entrando più nel dettaglio dei vari indirizzi, al primo posto si conferma il liceo Scientifico: sommando le sue varie articolazioni (tradizionale, scienze applicate, sportivo) ha ottenuto i favori di oltre 1 studente su 4 (25,59%), comunque in calo di oltre mezzo punto percentuale. In seconda posizione si piazza il tecnico Amministrazione, Finanza e Marketing (9,23%), in salita di oltre lo 0,5%. Terzo gradino del podio per il liceo Linguistico: con il 7,86% di iscrizioni è uno dei pochi licei a crescere ancora, seppur di poco (+0,16%). Il liceo Classico, invece, si ferma al 5,34% (nel 2023 era al 5,80%).
E, poi, va detto che l’appeal dei licei non è uguale dappertutto. A fronte di regioni in cui si viaggia verso numeri altissimi - come nel Lazio (69,3% di iscritti), in Abruzzo (62,7%), Sicilia (60,8%), Molise (60,5%), Campania (60,3%) - ci sono alcune aree in cui meno della metà degli studenti “crede” ancora nel potere del diploma liceale: è il caso dell’Emilia Romagna (appena 45,2% di preferenze), del Veneto (45,9%), a cui va aggiunto il Friuli Venezia Giulia (50% tondo).
Uno stop alla "liceizzazione"?
Anche se è ancora prematuro per parlare della fine della “licealizzazione” del nostro Paese. Un trend iniziato ormai oltre dieci anni fa e, con alcune flessioni in tempi più recenti, ancora molto evidente. Nel 2012/13, ad esempio, nelle classi dei licei sedeva solamente il 45,7% degli iscritti al primo anno. Da quel momento in poi la curva ha sempre avuto un andamento crescente. Con un picco del 57,80% nel 2021/22. Dopodiché, l’anno successivo, in tanti già parlarono di una parziale crisi per i licei: nel 2022/2023 il dato scese al 56,60%. Salvo poi ricredersi a distanza di dodici mesi, visto che nel 2023/24 i numeri tornarono a salire fino al 57,10%. Ora si riscende, come sulle montagne russe. Non è detto, dunque, che si stia aprendo una fase. Solo le iscrizioni del 2025 potranno dircelo.Tornando al presente, quest’anno c’era un motivo di interesse in più attorno alle scelte dei ragazzi, considerando le due nuove opzioni a disposizione in uscita dalla terza media: la filiera tecnico professionale “4+2” (che peraltro permette di arrivare al diploma in quattro anni) e, soprattutto, il tanto discusso liceo del Made in Italy. Il rumore è stato tanto, ma gli studenti non si sono mostrati particolarmente attratti da entrambi i percorsi: i nuovi tecnici e professionali hanno registrato 1.669 iscrizioni, i licei del Made in Italy appena 375 candidature (0,08%).
Interesse per i tecnici 4+2, le parole del Ministro
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, si è però detto almeno in parte soddisfatto del riscontro: “La filiera del 4+2 - ha sottolineato il numero uno di Viale Trastevere - ha registrato un interesse significativo da parte delle famiglie, è un risultato importante e non scontato. Gli studenti da settembre potranno contare su un percorso e dei programmi fortemente innovativi e una maggiore sinergia con il mondo produttivo. Il Made in Italy è la nuova offerta formativa messa in campo dai licei che avevano già attivo l’indirizzo Scienze Umane – opzione Economico-sociale, pensata per una formazione tesa a valorizzare le eccellenze italiane riconosciute a livello internazionale. Un’opzione che dal prossimo anno potrà rafforzarsi nell’alveo dei licei più tradizionali”.In ogni caso, per Valditara, è già un punto d’orgoglio “aver ampliato l’offerta formativa a disposizione degli studenti italiani venendo incontro alle esigenze e alle nuove sfide del mondo del lavoro, è la strada giusta per una scuola di successo per i nostri ragazzi”.