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Intelligenza artificiale a scuola: parlano i docenti

L’intelligenza artificiale sta davvero rivoluzionando la scuola? I docenti ne fanno uso? Gli studenti la utilizzano in modo consapevole o solo per semplificarsi la vita?

Per rispondere a queste domande, la testata La Tecnica della Scuola ha intervistato alcuni insegnanti che già sfruttano l’IA in aula e fuori. 

Le opinioni raccolte sono chiare: l’intelligenza artificiale può essere un valido supporto all’apprendimento, ma presenta anche rischi da non sottovalutare.

Indice

  1. Un nuovo modo di apprendere
  2. Niente più Google, ma ChatGPT
  3. Cosa chiedono gli studenti?
  4. Un alleato nell’apprendimento?
  5. Il monitoraggio dell’uso dell’IA in classe

Un nuovo modo di apprendere

“Nel momento in cui gli alunni chiedono di più, quindi nel momento in cui si passa dal mero testo a un’applicazione di quelle che sono le informazioni scolastiche alla vita concreta”, spiega il professor Roberto Contessi, docente di filosofia.
“Ora abbiamo la possibilità di consultare una sorta di Platone in carne e ossa attualizzato ad oggi, e trovo che questa funzione sia molto interessante”.

Secondo alcuni docenti, quindi, l’IA consente agli studenti di approfondire tematiche complesse in modo interattivo, rendendo più coinvolgente l’apprendimento.

Niente più Google, ma ChatGPT

Oggi molti studenti usano ChatGPT al posto di Google per cercare informazioni.
A sottolinearlo è la prof Daniele Celli:  “Ho visto che, anziché cercare su Internet il significato di qualcosa, oggi vanno direttamente su una di queste piattaforme di intelligenza artificiale e fanno la domanda”.

Uno strumento che facilita il lavoro, certo, ma che, sottolinea ancora il prof, presenta anche dei rischi: le IA generative possono commettere errori, e gli insegnanti devono essere in grado di identificarli e correggerli.

Cosa chiedono gli studenti?

L’intelligenza artificiale non è solo un aiuto pratico, ma anche un mezzo per soddisfare la curiosità degli studenti. “Le domande che loro fanno all'intelligenza riguardano sempre questi aspetti”, afferma la professoressa Carmela Romano, docente in un istituto professionale alberghiero di Soverato.
“All'inizio spesso nelle classi le domande sono perché scoppiano le guerre e poi da lì comincia la discussione su che cos’è il potere, che ruolo gioca nella vita delle persone, quindi si parte sempre da un contesto molto ampio e poi ci si avvicina piano piano alle tematiche che invece i ragazzi vivono in prima persona”.

Anche lo studio della filosofia trae vantaggio da questo strumento.
“La prima domanda che è stata posta è stata ‘Com’era Socrate?’”, dice il docente di filosofia Salvatore Privitera, che insegna in un liceo del catanese.
“È venuta fuori molta politica, anche critica, cioè l’impostazione della città ideale se oggi avrebbe un risultato totalitario o meno”.

Un alleato nell’apprendimento?

L’intelligenza artificiale può essere vista come un alleato nello studio.

“Come il compagno era utile quando ci aiutava a rinforzarci, l'intelligenza artificiale può essere utile quando non si sostituisce a noi ma quando ci aiuta a capire meglio quello che noi stiamo facendo”, spiega il professor Contessi.
“Ci sono delle piattaforme che permettono questo, tecnicamente è la fase di autoapprendimento, cioè la fase in cui io ho uno sparring partner competente che mi aiuta ad allenarmi. Il grande punto è chi è ingaggiato e cioè spesso i ragazzi più deboli o quelli che hanno delle difficoltà poi non hanno voglia di rimboccarsi le maniche.
Le macchine, le intelligenze artificiali però possono attuare delle forme di gaming cioè possono in qualche modo insegnarti concetti e percorsi anche molto complicati attraverso una forma di gioco”.

Il monitoraggio dell’uso dell’IA in classe

Per capire l’impatto reale dell’intelligenza artificiale nella didattica, 'La Tecnica della Scuola' e 'Indire' hanno lanciato un questionario per gli insegnanti, indagando su come viene utilizzata e quanto incide sulla formazione degli studenti.

L’IA è quindi una risorsa importante, ma il suo utilizzo va monitorato con attenzione, per evitare che diventi solo un mezzo per semplificarsi la vita, senza un vero valore formativo.

Data pubblicazione 31 Gennaio 2025, Ore 12:59
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