
Prima lo ha apostrofato come “finocchio”, poi lo ha coperto di insulti disturbando l'intera lezione. Protagonista di questa pessima condotta uno studente di un istituto tecnico del trevigiano che ha rivolto insulti omofobi al suo insegnante.
Quest'ultimo, una volta finita la lezione, ha sporto denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale: l'episodio risale a novembre 2023 ma è stato portato a galla in questi giorni da 'Il Gazzettino', in seguito alla decisione del Tribunale di Treviso di archiviare il caso per via dell'assenza di una legge che punisca i reati di omobitransfobia.
Cosa è successo
Il fatto è accaduto in classe, durante la lezione. L'insegnante aveva ripreso un gruppetto di studenti distratti, intenti a parlare tra loro durante la spiegazione. A questo punto, uno di loro lo ha insultato ripetutamente con epiteti omofobi, per poi disturbare il resto della lazione. Così il prof, una volta uscito da scuola, aveva pensato di denunciare: “Il mio obiettivo – racconta a 'Il Gazzettino' - è far sapere alla gente quali umiliazioni devono subire ogni giorno tanti insegnanti che si recano sul posto di lavoro e subiscono bullismo omofobo senza alcuna tutela. Vorrei contribuire a creare un deterrente per futuri comportamenti simili, per far capire che non siamo disposti a tollerare questi abusi”.
L'archiviazione
Tuttavia, a causa dell'assenza di una legge che punisca questo tipo di condotta, il Tribunale di Treviso si è visto costretto ad archiviare il caso: “Sono deluso – rivela il docente - ma pensavo che il Tribunale tutelasse la figura di un insegnate offeso in questo modo. Non è così. Purtroppo l’assenza di una legge consente a certi ragazzi di poter insultare in questo modo i loro insegnanti senza rischiare praticamente nulla”. L'insegnante ha cambiato scuola e oggi si dice più sereno: vuole rimanere anonimo ma, allo stesso tempo, spera che la sua storia possa far accendere i riflettori sul trattamento riservato ai docenti.
La proposta della comunità LGBTQ+
L'episodio rischia di assumere portata nazionale. Il prof infatti ha affidato la sua vicenda al Partito Gay, che chiede una presa d'azione da parte delle regioni. Il portavoce Fabio Marrazzo si è espresso così sul caso del docente: “Se l'insegnante fosse stato offeso perché nero o ebreo, la denuncia sarebbe partita automaticamente e l'alunno sarebbe stato condannato invece, in mancanza di una legge specifica, il Tribunale di Treviso non ha potuto fare altro che archiviare il caso”
Poi l'appello: “Faccio appello al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che in passato ha fatto dichiarazioni di apertura verso i diritti della comunità Lgbt+ nel suo ruolo istituzionale, affinché applichi la delibera del Partito Gay Lgbt+, che prevede una sanzione di 500 euro per i reati di omobitransfobia. Tale delibera è in discussione anche al Campidoglio, al Comune di Roma, grazie alla proposta del gruppo M5S presentata in collaborazione con il Partito Gay Lgbt+. Questa misura rappresenterebbe un passo importante per contrastare la discriminazione e garantire maggiore sicurezza e rispetto nelle scuole e in tutta la comunità. La sanzione è già attiva in oltre 10 comuni, tra cui Morterone, che è stato il primo grazie ad Andrea Grassi, Assessore del Partito Gay LGBT+ e coautore della proposta”.