
La Maturità, le gite scolastiche, l'esperienza universitaria fuori sede: l'ex Premier ricorda con un certo entusiasmo gli anni della gioventù. Appassionato di Filosofia, con il pensiero fisso di voler diventare ingegnere: che tipo di studente è stato il Presidente del Consiglio dell'era Covid? Scopriamolo insieme!
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Che tipo di studente era Giuseppe Conte?
”Da bravo studente fuori sede, pasta e tonno era un classico. Poi mi sono perfezionato e sono arrivati anche i secondi e via discorrendo”, esordisce così l'ex Premier nella Live di Skuola.net. Un piatto – la pasta con il tonno – che rientra in una decennale tradizione di sopravvivenza universitaria: e in questo Giuseppe Conte sembra essere stato uno studente come ce ne sono tanti. Facendo poi un passo indietro, l'ex Presidente del Consiglio dei Ministri ricorda i tempi della scuola. Una carriera brillante la sua tra le mura scolastiche: ”Non ho mai preso un'insufficienza a fine anno, ma una volta presi un 4 in Latino” ci ha rivelato Giuseppe Conte. Poi la Maturità, un'esperienza che è filata liscia: ”Mi sono diplomato con il massimo dei voti. Le prove e l'orale furono buone: non ci fu alcun intoppo”.Tutto come da programma quindi, ma non senza qualche timore: ” Anche io ero in ansia e in agitazione: studi una cosa e hai la sensazione che qualcos'altro ti scappi. La mia strategia era quella di confrontarmi con i miei colleghi fuori sede. Alcuni di loro però avevano atteggiamenti ansiogeni: pensavano sempre all'argomento che non sapevano. Ragazzi, non fatelo: il mio consiglio è quello di concentrarsi su ciò che si sa”.
Giuseppe Conte, ingegnere mancato: “Mi batterò sempre per un sistema universitario accessibile a tutti”
Ma cosa avrebbe fatto nella vita Giuseppe Conte se non avesse studiato Giurisprudenza? Un retroscena che proprio lui ci rivela: ”Mi appassionava molto la Filosofia. C'è stato un momento in cui pensavo al Politecnico per fare l'ingegnere. Ma sono tutti ricordi e passioni di gioventù”. E a chi gli chiede quanto valga la pena, oggi, iscriversi ad un'università, l'ex Premier risponde: ”Dico la verità: io mi batterò sempre per un sistema universitario accessibile a tutti” spiega Conte che fa riferimento al sistema americano, performante sì ma riservato esclusivamente ai ricchi. In America "il titolo delle università statali non conta nulla, e sei necessariamente obbligato ad iscriverti in una delle università della Ivy League, ma non tutti possono permetterselo".Ciò che serve invece è un sistema che metta tutti sullo stesso piano, dando possibilità di sviluppare la propria persona: ”Io ringrazio di essere nato in questo Paese dove mi sono potuto permettere, grazie al sacrificio dei miei genitori, gli studi a Roma. Le università sono dei presidi democratici che ci consentono di maturare una preparazione personale e professionale, ma anche sviluppare una coscienza democratica”. Molto c'è da fare ancora, soprattutto in ottica futura, partendo magari da un ripensamento delle università, spiega Conte: ”Capisco che è frustrante – dopo anni di sacrifici di studio – non trovare riscontro. Da questo punto di vista dovremmo fare uno sforzo tutti: si stanno creando tante nuove occupazioni che un sistema come il nostro – un po' pigro – non riesce ancora a coniugare le istanze degli studenti rispetto al mercato del lavoro. Penso per esempio alla transizione ecologica”.