
L’Anvur è l’agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, che oggi ha presentato il suo rapporto sul funzionamento dell’università in Italia. Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione, è stata presente e ha commentato lo studio, molto esteso, che riguarda la totalità dei dati su università e ricerca: dal rapporto tra iscritti e laureati, ai finanziamenti, all’efficacia del contestato 3+2.
In aumento complessivo i laureati, che rimangono comunque pochi rispetto al resto d’Europa, e ancora troppi gli abbandoni e i fuori corso. Perché l’università riesca nel suo obiettivo formativo e dia opportunità concrete per il mondo del lavoro, Stefania Giannini suggerisce il potenziamento dell’orientamento e un ruolo importante del Miur nel piano Garanzia Giovani. Il rinnovamento, comunque, sarà fisiologico: è alle porte un ricambio generazionale che porterà nuovi professori alle cattedre a causa dell'alto numero di docenti in pensionamento.PIU’ LAUREATI, MA SI PUO’ FARE DI PIU’ - In aumento i laureati: tra il 1993 e il 2012, infatti, la loro quota sugli adulti in età da lavoro è salita dal 5,5% al 12,7% e tra i giovani in età compresa tra i 25 e i 34 anni è passata dal 7,1 al 22,3%. Ma non si possono fare i salti di gioia, perché siamo ancora indietro rispetto agli universitari d’Europa . Il divario è dovuto anche dalla difficoltà a laurearsi, infatti quasi il 40% tra quanti s’iscrivono a un corso di laurea triennale non conclude gli studi. Anche la mancanza di corsi specializzanti, che invece occupano il 25% dei giovani europei è una delle cause. La Giannini, durante il suo intervento, ha commentato i dati sulla dispersione: “Il calo delle matricole è un tema politico, economico, etico. Non possiamo permetterci passi indietro".
IL 3 + 2 FUNZIONA? – La riforma 3 + 2 ha attenuato ma non ha risolto i problemi del sistema universitario. Lo testimoniano i dati ancora preoccupanti sui ritardi e i fuori corso, secondo i quali il tempo medio per il conseguimento della laurea triennale, è pari a 5,1 anni, ovvero circa il 70% in più rispetto alla durata legale del corso. È invece minore il ritardo per le lauree di secondo livello, cioè quelle magistrali che durano due anni: 2,8 anni in media. Per la risoluzione del problema il ministro dell’istruzione punta sull’orientamento: "Quello su fuoricorso è dato patologico. Serve orientamento efficace da parte”. Ma anche il dato per cui circa un terzo dei ragazzi abbandonano gli studi al primo anno di università può essere corretto con una buona informazione e, soprattutto, precoce: "Orientarsi prima per non abbandonare dopo sarà motto nostre politiche orientamento".
UNIVERSITA' CHE CAMBIA - Largo ai giovani: nei prossimi cinque anni andranno in pensione 9.000 docenti, che rappresentano il non trascurabile 17% del totale. Nuove leve all'università, quindi, che probabilmente cambierà il suo volto: sarà infatti necessario assicurare il ricambio generazionale, con circa 1.800 docenti all’anno, per garantire la didattica, il governo degli atenei e il potenziale di ricerca del Paese.
MIUR IN PRIMO PIANO PER GIOVANI E LAVORO - Stefania Giannini ha sottolineato poi l’impegno del Miur per portare avanti il piano Garanzia Giovani: “Il Miur non può essere comparsa in Piano Garanzia giovani. Sia protagonista” sostiene il ministro. E il collegamento tra università e mondo del lavoro è un nodo centrale per i laureati che cercano di realizzarsi professionalmente: la laurea continua infatti ad offrire migliori opportunità occupazionali e di reddito rispetto al solo diploma. Anche le materie umanistiche, che fino ad adesso sono state considerate meno efficaci rispetto a quelle scientifiche, saranno un buon lasciapassare per un impiego: “La formazione umanistica va collegata maggiormente al mondo del lavoro. La prendo come mia battaglia personale”.
Carla Ardizzone