
Lo Ius Scholae continua a tenere banco nel dibattito politico italiano. La proposta, caldeggiata nei giorni scorsi dal Presidente di Forza Italia Antonio Tajani, prevede il riconoscimento della cittadinanza italiana ai minori stranieri che abbiano completato un ciclo di studi in Italia.
Mentre i principali partiti hanno evidenziato i punti di forza e di debolezza della riforma, qualcun altro ha già espresso parere favorevole.
Si tratta dei docenti, che in un sondaggio proposto dal portale 'La Tecnica della Scuola' - che ha raccolto 768 testimonianze di insegnanti, genitori e alunni - si dicono in massa d'accordo con la proposta di legge. Al contrario, le famiglie hanno mostrato invece una certa cautela al riguardo.
Ius Scholae, due docenti su tre d'accordo con la proposta
Dall'indagine emerge come la componente del mondo scuola più favorevole allo Ius Scholae sia proprio quella dei docenti. Il 64,1% degli insegnanti e il 51,6% dei presidi, infatti, appoggia la riforma della cittadinanza che prevede l'acquisizione della cittadinanza italiana dopo il avere completato un ciclo di studi in Italia.
Ma non senza qualche perplessità. Tra i commenti raccolti dal sondaggio, più di qualcuno ha espresso dubbi sulla durata del ciclo di studi: “L’anello debole dell’istruzione nel nostro Paese è proprio il primo ciclo. Concedere la cittadinanza a chi lo abbia completato equivale ad un “liberi tutti” inaccettabile. Sarebbe più corretto pensare a concedere la cittadinanza a chi abbia completato anche il secondo ciclo di studi”; “Un ciclo di scuola completo sono favorevole, ma solo quattro cinque anni no. Ho visto troppi mantenere una mentalità lontana dall'essere italiana”, scrivono alcuni docenti.
Più della metà dei genitori contrari allo Ius Scholae
La categoria dei genitori, invece, è apparsa decisamente più restia. Il 50,1% delle famiglie - praticamente la metà - si dice contraria al conferimento della cittadinanza italiana ai minori stranieri. In particolare, più di qualcuno ha segnalato delle criticità rispetto alle modalità previste: “Ci sono già regole per ottenere la cittadinanza, perché inventarsene di nuove? Lo ius scholae non esiste in nessuna parte del mondo!”; “Ma per quale motivo nel nostro paese ci si inventa regole che non esistono da nessuna parte? Lo ius scholae è un’invenzione di qualche politico che evidentemente ha preso troppo sole!”, si legge in un paio di commenti dei genitori.
Dal canto loro, anche gli stessi studenti non sembrano fare fronte comune. Anche tra questi, solo il 50% si è detto d'accordo con lo Ius Scholae, contro un buon 34,4% (circa 1 su 3) che invece è del tutto contrario.