
A una manciata di giorni dal conseguimento della sua laurea in matematica è stato subito chiamato per una supplenza in un istituto secondario, incarico che ha accettato senza ripensamenti.
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Neolaureato subito in cattedra: da Catania a Firenze in meno di un mese
Giacomo Signorino ha già preso servizio a Firenze, dopo poche settimana dal conseguimento della sua laurea in matematica. Per il momento il ragazzo è supplente all'istituto Marco Polo, dove è stato chiamato, in seguito ad una messa a disposizione per coprire una cattedra vacante dove non si riusciva a trovare un sostituto.Il perché il neoprof abbia trovato lavoro proprio a Firenze, dopo la laurea all’Università di Messina, è lo stesso Giacomo a spiegarlo a 'La Repubblica': “Quando facevo la terza superiore ho visto Firenze per la prima volta. Me ne sono innamorato. È per questo che non appena mi sono messo a cercare lavoro ho mandato molte messe a disposizione nelle scuole di Firenze e dintorni".
Nonostante ci sia stato Natale di mezzo, le chiamate in base alle messe a disposizione inviate dai neolaureati non si sono fermate, e così, in meno di un mese dalla laurea, il ventiseienne è già in cattedra: “Mi sono laureato a Messina il 14 dicembre - racconta ancora Giacomo - Mi hanno chiamato il 9 gennaio e l'11 ero già qui. Quando è arrivata la chiamata ho fatto subito le valigie e sono partito".
Insegnare è sempre stata la sua passione, e finalmente, dopo l’agognato titolo, ha preso al volo la prima opportunità disponibile: “Alle superiori ero bravo in matematica. Mi sono accorto che riuscivo facilmente anche a spiegarla ai miei compagni. Riuscivo a fargli capire le cose a differenza del mio professore. Così ho deciso che insegnare poteva essere il mio mestiere".
Non tutti però hanno lo stesso sogno che ha animato gli studi di Giacomo, e anzi, secondo il neoprof molti suoi colleghi non sarebbero interessati all’insegnamento principalmente per via del salario troppo basso offerto ai docenti: “Tra i miei compagni di università solo un terzo voleva fare il professore. Gli altri no - racconta ancora Giacomo - Molti soprattutto perché preferivano andare a lavorare in realtà dove sarebbero stati pagati di più. Credo che con stipendi migliori questo mestiere diventerebbe più attrattivo", conclude il ragazzo.