
La pratica è infatti molto diffusa in Paesi come la Birmania, la Corea del Sud, l'Egitto e l'India. Ma anche nell'Europa odierna, culla della civiltà e dei valori democratici, le “sculacciate”, e non solo, sono state un metodo di educazione scolastica largamente applicato.
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Galles, stop alle punizioni corporali
Nello specifico, in Galles, erano previste, fino l'altro ieri, punizioni corporali per gli studenti. Tra queste, quelle più diffusa erano il caning, ovvero la bastonatura degli alunni tramite bastoni di rattan (palme urticanti) e lo strapping, ovvero colpi di frustate con cinghia. Dal 21 marzo di quest'anno però, la nazione facente parte del Regno Unito, ha abolito tutte le punizioni corporali in ambito scolastico, su richiesta di pedagogisti e ricercatori.
E in Italia?
La vera sorpresa non è l'abolizione della pratica ma il fatto che nel 2022 ancora esista, specie in molti Paesi del nord Europa. Nel nostro Paese le punizioni corporali tra le mura scolastiche sono vietate ufficialmente dal 1990, ma già prima si era tentato di porre un freno a questa pratica. Come fa notare il professor Giuseppe Magno, ex magistrato e membro del Direttivo della Fondazione Sos il Telefono Azzurro Onlus.Intervistato da “La Repubblica”, il professore ha rivelato: ”In Italia non abbiamo bisogno di alcuna nuova legge. Già con l’articolo 412 del Regio Decreto del 26 Aprile 1928 sono state vietate le punizioni corporali in ambito scolastico”. Inoltre, anche l’articolo 571 del Codice Penale stabilisce esplicitamente che da un abuso dei mezzi di correzione e disciplina “deriva il pericolo di una malattia nel corpo o nella mente”.