Francesco Bertoldi
Autore
Freddo a scuola: come riconoscere i segnali dell'ipotermia e come comportarsi

Il freddo a scuola, per ironia della sorte, è un tema sempre più caldo. Termosifoni spenti e aule gelate causano diversi disagi agli studenti, costretti a trascorrere ore e ore seduti a temperature glaciali. La soluzione sarebbe naturalmente quella di implementare dei riscaldamenti più efficienti, ma nel frattempo, per correre ai ripari, poniamoci le seguenti domande: come riconoscere i sintomi dell’ipotermia? E nel caso in cui si verificassero, come comportarsi?

Ormai quasi 3 anni fa, l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) ha dedicato una pagine del suo sito proprio all’ipotermia, recentemente ripresa da 'Orizzontescuola' visti i recenti casi che hanno interessato la scuola e l’università. Ecco quindi una piccola guida utile a riconoscere i sintomi di questa condizione.

Aule fredde: i casi recenti di ipotermia

Una piccola studentessa di Palermo è finita in ipotermia

a causa del malfunzionamento dell'impianto di riscaldamento della scuola elementare. Soccorsa dal 118 è stata trasportata in ospedale. Non passano che pochi giorni dall’accaduto che un altro caso invade le pagine di cronaca: sempre a Palermo, una studentessa universitaria si sente male durante la lezione per il troppo freddo. Anche lei viene portata in ospedale, dove i medici confermano quel che già si poteva supporre: ipotermia.

Non proprio un bel biglietto da visita per l’istruzione pubblica italiana, anche perché di mezzo ci sono gli studenti e le loro vite. Dato che l’inverno è tutt’altro che finito, vediamo insieme quali sono i sintomi dell’ipotermia. Come riconoscerli? Come comportarsi?

Ipotermia: i diversi livelli

Iniziamo col dire che l’ipotermia è una condizione causata dall’esposizione prolungata del corpo al freddo e sopraggiunge quando la temperatura del corpo umano, che normalmente si attesta sui 37°C, scende al di sotto dei 35°C. E questo, come fa presente l’ISS, può comportare gravi danni: “L'esposizione a basse temperature può avere varie conseguenze sull'organismo, in grado di creare danni anche permanenti fino a provocare la morte”.

Si possono riscontrare diversi livelli di ipotermia in base all'intensità del freddo e alla durata dell’esposizione alle basse temperature:

  • ipotermia lieve, fino a temperature corporee di circa 32°C. Si caratterizza per il pallore del viso e del corpo, la presenza di brividi continuati, battito cardiaco accelerato e dolori articolari e muscolari associati all'inizio di congelamento delle estremità del corpo;
  • ipotermia moderata, temperatura corporea compresa tra 32 e 26°C. Oltre ai disturbi dell’ipotermia lieve, cominciano a verificarsi stati di confusione o sonnolenza, battito del cuore irregolare (aritmia), respiro rallentato e rigidità muscolare;
  • ipotermia grave, temperatura corporea inferiore a 26°C. In questo caso, le funzioni vitali risultano compromesse e si può arrivare alla perdita di coscienza e alla morte, dovuta ad arresto cardio-respiratorio.
  • Congelamento: quali sono le parti del corpo più colpite

    Quando si parla di congelamento? Come fa sapere l’ISS, “nell'ipotermia lieve e moderata il raffreddamento delle estremità, come mani e piedi, e lo scarso afflusso di sangue può portare al congelamento, vale a dire un danno alla pelle e ai tessuti molli causato dall'esposizione a temperature inferiori allo zero, per mancanza di ossigenazione e calore.

    Anche in questo caso, come per l’ipotermia, ci sono diversi gradi di congelamento, sempre in base all’intensità del freddo e alla durata dell’esposizione. Quando si verifica in maniera grave, la carenza prolungata di ossigeno per mancanza di flusso sanguigno nel tessuto, si può andare incontro a danni permanenti a causa della morte delle cellule (necrosi cellulare) e alla comparsa di cancrena e invasione da parte di batteri.

    Il congelamento può colpire qualsiasi zona del corpo, ma le parti più suscettibili e facilmente danneggiabili sono le estremità esposte al freddo e al vento, come:

  • naso;
  • orecchie;
  • dita delle mani e dei piedi;
  • guance;
  • mento;
  • labbra.
  • I primi segnali a cui dare ascolto di solito sono freddo e dolore intenso nella parte del corpo interessata.

    Ipotermia e congelamento: i sintomi

    Sapere come riconoscere i primi segnali di ipotermia e congelamento e, di conseguenza, come intervenire nel primo soccorso, può essere fondamentale per ridurre il rischio di lesioni permanenti. Vediamo insieme dunque i sintomi che possono interessare gli studenti, nel caso in cui si trovassero esposti continuativamente in aule fredde, o meglio gelate:

  • brividi, pallore e freddo;
  • letargia o sonnolenza;
  • rigidità muscolare;
  • confusione;
  • pallore della pelle e alterazione della colorazione delle labbra;
  • respirazione lenta e superficiale;
  • polso lento e debole.
  • Cosa fare in caso di ipotermia

    Ma quindi, come comportarsi in caso di ipotermia? Cosa fare? La prima soluzione per cui optare è sempre e comunque quella di rivolgersi agli appositi servizi di emergenza, chiamando il 118. Se si avvertono i segni di ipotermia e congelamento e non è possibile avere cure immediate, si può ricorrere ad alcune precauzioni di primo soccorso:

  • entrare in un ambiente caldo, il prima possibile;
  • togliere, in caso ce ne fosse bisogno, gli indumenti bagnati, per poi coprire la zona congelata con indumenti asciutti, ma non troppo caldi;
  • se a essere stati colpiti sono i piedi o le dita dei piedi, evitare di camminare;
  • non strofinare o massaggiare la zona congelata per provare a riscaldarla, in quanto si potrebbero causare dei danni ai tessuti;
  • riscaldare la zona interessata fino a far tornare la pelle morbida. Per farlo si può ricorrere all’acqua tiepida (circa 40°C) o applicando impacchi tiepidi per almeno per 30 minuti o, ancora, usando il calore corporeo (ad esempio, l'ascella);
  • non utilizzare fonti di calore diretto, come per esempio phon, stufe: il congelamento rende l’area interessata insensibile, quindi si potrebbe correre il rischio di provocare involontariamente delle ustioni;
  • evitare di scongelare la parte se si corre il rischio che si possa ricongelare a breve: si andrebbe soltanto verso un peggioramento della situazione;
  • bere bevande calde.
  • Se la pelle diventa rossa e si avverte formicolio e bruciore mentre si riscalda, non preoccuparti: è segno che si sta riattivando il normale flusso sanguigno.

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