
Ormai quasi 3 anni fa, l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) ha dedicato una pagine del suo sito proprio all’ipotermia, recentemente ripresa da 'Orizzontescuola' visti i recenti casi che hanno interessato la scuola e l’università. Ecco quindi una piccola guida utile a riconoscere i sintomi di questa condizione.
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Aule fredde: i casi recenti di ipotermia
Una piccola studentessa di Palermo è finita in ipotermia a causa del malfunzionamento dell'impianto di riscaldamento della scuola elementare. Soccorsa dal 118 è stata trasportata in ospedale. Non passano che pochi giorni dall’accaduto che un altro caso invade le pagine di cronaca: sempre a Palermo, una studentessa universitaria si sente male durante la lezione per il troppo freddo. Anche lei viene portata in ospedale, dove i medici confermano quel che già si poteva supporre: ipotermia.Non proprio un bel biglietto da visita per l’istruzione pubblica italiana, anche perché di mezzo ci sono gli studenti e le loro vite. Dato che l’inverno è tutt’altro che finito, vediamo insieme quali sono i sintomi dell’ipotermia. Come riconoscerli? Come comportarsi?
Ipotermia: i diversi livelli
Iniziamo col dire che l’ipotermia è una condizione causata dall’esposizione prolungata del corpo al freddo e sopraggiunge quando la temperatura del corpo umano, che normalmente si attesta sui 37°C, scende al di sotto dei 35°C. E questo, come fa presente l’ISS, può comportare gravi danni: “L'esposizione a basse temperature può avere varie conseguenze sull'organismo, in grado di creare danni anche permanenti fino a provocare la morte”.Si possono riscontrare diversi livelli di ipotermia in base all'intensità del freddo e alla durata dell’esposizione alle basse temperature:
Congelamento: quali sono le parti del corpo più colpite
Quando si parla di congelamento? Come fa sapere l’ISS, “nell'ipotermia lieve e moderata il raffreddamento delle estremità, come mani e piedi, e lo scarso afflusso di sangue può portare al congelamento, vale a dire un danno alla pelle e ai tessuti molli causato dall'esposizione a temperature inferiori allo zero, per mancanza di ossigenazione e calore”.Anche in questo caso, come per l’ipotermia, ci sono diversi gradi di congelamento, sempre in base all’intensità del freddo e alla durata dell’esposizione. Quando si verifica in maniera grave, la carenza prolungata di ossigeno per mancanza di flusso sanguigno nel tessuto, si può andare incontro a danni permanenti a causa della morte delle cellule (necrosi cellulare) e alla comparsa di cancrena e invasione da parte di batteri.
Il congelamento può colpire qualsiasi zona del corpo, ma le parti più suscettibili e facilmente danneggiabili sono le estremità esposte al freddo e al vento, come:
I primi segnali a cui dare ascolto di solito sono freddo e dolore intenso nella parte del corpo interessata.
Ipotermia e congelamento: i sintomi
Sapere come riconoscere i primi segnali di ipotermia e congelamento e, di conseguenza, come intervenire nel primo soccorso, può essere fondamentale per ridurre il rischio di lesioni permanenti. Vediamo insieme dunque i sintomi che possono interessare gli studenti, nel caso in cui si trovassero esposti continuativamente in aule fredde, o meglio gelate:
Cosa fare in caso di ipotermia
Ma quindi, come comportarsi in caso di ipotermia? Cosa fare? La prima soluzione per cui optare è sempre e comunque quella di rivolgersi agli appositi servizi di emergenza, chiamando il 118. Se si avvertono i segni di ipotermia e congelamento e non è possibile avere cure immediate, si può ricorrere ad alcune precauzioni di primo soccorso:
Se la pelle diventa rossa e si avverte formicolio e bruciore mentre si riscalda, non preoccuparti: è segno che si sta riattivando il normale flusso sanguigno.