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Anche la Capitale è sotto la morsa del freddo e a farne le spese sono gli studenti che si ritrovano in Dad ma, questa volta, non per colpa del Covid.
La causa è da imputare al gelo che 23 classi hanno vissuto in aula al ritorno dalle vacanze natalizie.
A lanciare l'allarme, l'ennesimo ad appena 4 giorni dal ritorno sui banchi, è la preside del liceo Newton di Roma, Cristina Costarelli, che ha scelto di far seguire le lezioni a distanza agli studenti per evitare che soffrissero troppo il freddo in classe.-
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Studenti in Dad per evitare il gelo in classe
Oltre 500 studenti della succursale del liceo Newton di Roma sono a casa, in Dad, da due giorni. Il loro rientro in classe è stato caratterizzato dal profondo freddo nelle aule dell'istituto a causa di un guasto all'impianto di riscaldamento.
E' la preside della scuola, Cristina Costarelli, presidente dell'ANP Lazio, che ha deciso di prendere la decisione della Dad per evitare ai ragazzi di soffrire le basse temperature degli ultimi giorni. "Li abbiamo voluti far tornare in classe a tutti i costi – afferma Costarelli al Corriere della Sera - e poi si va in Dad per i riscaldamenti".
Un paradosso che si sta ripetendo anche in altri contesti italiani dove molti studenti hanno deciso di non entrare a scuola per protesta contro il freddo in aula. La situazione è la stessa in buona parte degli istituti scolastici: impianti di riscaldamento usurati che non funzionano, finestre lasciate aperte per favorire il ricircolo d'aria e gli studenti patiscono il forte freddo.
Chi sceglie la Dad e chi sfida il freddo: ma i problemi a scuola persistono
Lo stesso impianto di riscaldamento del liceo Newton viene condiviso anche da un plesso dell'istituto comprensivo Manin di Roma e anche qui la situazione non è delle migliori. La dirigente Manuela Manferlotti ha scelto di continuare con la didattica in presenza, ma le difficoltà persistono e non sono poche: "E' il terzo anno consecutivo che accade". Il Covid, quindi, in questo caso, c'entra ben poco.
Da giorni la preside prova a mettersi in contatto con gli uffici della Città Metropolitana, ma ancora il problema freddo non è stato risolto. I ragazzi saranno costretti, chissà ancora per quanto, a tenersi stretti a cappotti e coperte in pile.