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fondi-pnrr-palestre-scuoleSolo una scuola su sei, tra tutte quelle che hanno fatto richiesta, potrà usufruire dei fondi messi a disposizione dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) per rinnovare la palestra, per ristrutturarla, allargarla o semplicemente metterla a norma.
Ma come mai soltanto una su sei? Semplice: i soldi non sembrano bastare.

Il collegio del “controllo concomitante” della Corte dei conti, che si sta occupando della questione, dichiara che solo 300 milioni di euro, a fronte dei 3 miliardi richiesti, sono stati messi a disposizione per il potenziamento delle infrastrutture dedicate allo sport all’interno degli edifici scolastici. Troppo pochi, a quanto pare, per soddisfare le richieste di tutti.

Come verranno distribuiti e utilizzati i fondi del Pnrr?

300 milioni erogati e distribuiti in 444 sedi scolastiche per rimettere a norma le palestre da qui al 2026. Ma i soldi non sono sufficienti. A dirlo è la Corte dei conti, che lamenta oltretutto un ritardo di quasi sei mesi nella pubblicazione degli interventi richiesti.

Il 70 per cento di questi fondi verranno investiti nelle scuole primarie, mentre il 30 per cento restante nelle scuole secondarie. Oltretutto è emerso un altro dato interessante: la fetta più grossa (54,29 per cento) degli investimenti andrà agli istituti del Mezzogiorno.

Come abbiamo detto, però, non tutte le richieste sono state soddisfatte. Le domande presentate sono state 2.859, ovvero poco più di un terzo del numero totale degli edifici scolastici italiani, che ammonta a 8.290. Il valore complessivo delle domande presentate si aggira intorno ai 3 miliardi di euro, non coperti però dai fondi del Pnrr. La cifra utilizzabile per le infrastrutture è infatti dieci volte inferiore. Ecco perché solo 444 sedi potranno attingere ai soldi messi a disposizione dall’Unione europea.

“Fondi più congrui” e ritardi accumulati

A proposito della grande forbice che separa le risorse richieste da quelle effettivamente fornite, la magistratura contabile pone l’accento sulla necessità di “fondi più congrui” alle esigenze reali delle scuole. Tutto questo anche per rispettare una certa coerenza con la Legge di bilancio 2022, che verte sull’introduzione della ginnastica negli istituti primari.

A tutto questo si aggiungono, come detto, i reclami della Corte dei conti rivolti al Mi (ministero dell’Istruzione). Si chiede difatti di velocizzare l’istruttoria e la stipula delle convenzioni con gli istituti a cui sono destinati i fondi, per procedere così con la progettazione e le fasi seguenti dei lavori. I tempi di attesa si sono dilungati più del dovuto e, finora, Il ritardo accumulato si avvicina ai 6 mesi.