
Fin da piccoli abbiamo a che fare con il denaro. Alzi la mano chi non ha ricevuto qualche euro dai genitori quando ha iniziato a perdere il primo dente da latte. Eppure a molti capita, in tanti anni passati a scuola, di aver studiato la Divina Commedia ma di non sapere che cosa vuol dire la parola spread che si sente praticamente in ogni telegiornale. Per questo è importante, fin dalle scuole primarie, fornire ai ragazzi le competenze necessarie per partecipare alla società ed effettuare scelte consapevoli per il loro futuro. Anche inserendo l’educazione finanziaria all’interno dell'insegnamento dell'educazione civica. Perché le conoscenze di base di economia e finanza, ormai, sono indispensabili per la vita quotidiana di ogni cittadino. E’ questa la missione del progetto “Tutti per uno, Economia per tutti!” di Banca d’Italia, già attiva da anni in iniziative per l’alfabetizzazione finanziaria dei giovani ma che adesso rinnova il suo impegno con nuovi materiali per raggiungere una fascia più larga di alunni, di fatto coprendo i cicli scolastici fino al diploma. Lo scorso 4 novembre, durante il webinar “Tutti per uno economia per tutti! La Banca d’Italia per l’alfabetizzazione finanziaria degli studenti italiani”, è stato presentata la nuova edizione del progetto.
Studenti italiani sotto la media Ocse in Financial Literacy
Ma come se la cavano gli studenti quando si tratta di conoscenze in ambito economico-finanziario? Non benissimo se guardiamo agli ultimi dati PISA-OCSE 2018 sulla financial literacy. Secondo questi numeri, non solo i quindicenni italiani non raggiungono la media di punteggio dei loro coetanei degli altri paesi (il punteggio medio complessivo è di 476 punti, mentre la media OCSE si assesta sui 505 punti), ma 1 su 5 non arriva neanche al livello minimo. Quello, per intenderci, che serve per svolgere le attività quotidiane di base della vita quotidiana. Ma la cosa che forse salta più all’occhio è il largo divario legato al territorio, al contesto economico-sociale e al genere legato alle competenze finanziarie. Vanno peggio, infatti, le ragazze rispetto ai ragazzi, anche a parità di competenze matematiche e di lettura; performance meno brillanti anche per chi vive al sud o nelle isole, rispetto agli studenti del nord Italia; importante anche il contesto socio-economico, dove è chi è meno fortunato a rendere meno. Anche per una questione di “informazione”. Chi vive in una famiglia dal reddito più elevato, trova a casa un terreno fecondo per parlare di temi legati all’economia. Chi si trova in un contesto svantaggiato, si rivolge invece più spesso alla scuola. Solo in presenza di progetti di educazione finanziaria riesce a colmare, almeno in parte, un gap che invece si ispessisce in sua assenza.
“Tutti per uno, Economia per tutti!”, il progetto di educazione finanziaria aperto a tutti
Con la nuova edizione, dal 2020 aperta anche alle scuole superiori, l’intenzione è fare ancora di più. Il progetto “Tutti per uno economia per tutti!” propone percorsi formativi dedicati ai docenti organizzati dal personale della Banca d'Italia sul territorio nazionale, in modo da portare in classe i temi economici e finanziari, integrandoli nell'apprendimento curricolare. Banca d'Italia mette anche a disposizione risorse didattiche per ogni tipo di scuola, dalla primaria alla secondaria di secondo grado. Sono previste una guida per i docenti e un fascicolo per i ragazzi, che ha per protagonisti 5 personaggi, 4 ragazzi e un cane: attraverso la tecnica dello storytelling, grafiche e fumetti, il volume propone storie di vita di tutti i giorni in cui i bambini e i ragazzi possono riconoscersi, e che quasi potrebbero essere le loro. Le tematiche affrontate sono Reddito e pianificazione, Moneta e prezzi, Pagamenti e acquisti, Risparmio e investimento, Credito, e gli insegnamenti sono formulati con un “approccio valoriale” che permetta agli studenti delle coordinate per il futuro anche quando il contesto finanziario ed economico, rapidamente in evoluzione, sarà diverso. Gli strumenti didattici sono forniti gratuitamente ai partecipanti ed è possibile trovarli anche online nella sezione apposita del sito di Banca d’Italia.
Educazione finanziaria: strumenti per una cittadinanza piena
A presentare la nuova edizione del progetto Daniele Franco, Direttore generale Banca d’Italia, Magda Bianco, il capo del Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria, Daniela Marconi e Angela Romagnoli del Servizio Educazione finanziaria della Banca d’Italia, Anna Maria Ajello, Presidente INVALSI, e Annamaria Lusardi, Direttore Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria. In un momento non facile, in cui la scuola sta vivendo forse uno dei periodi più cupi degli ultimi decenni, l’importanza dell’educazione finanziaria è forse ancora maggiore. Soprattutto quando riguarda le fasce più giovani della popolazione, che rappresentano il nostro domani. “L’alfabetizzazione finanziaria riguarda il possesso delle conoscenze e delle abilità utili a compiere scelte finanziarie in maniera consapevole” - ha affermato il Direttore Generale Daniele Franco -. “È importante anche in questo momento difficile perché induce a pensare al futuro. Avremo bisogno di avere un paese che cresce, e quindi serve un capitale umano ricco e ben formato”. L’educazione civica, che da settembre è tornata obbligatoria, è la disciplina che meglio si sposa ad affrontare tematiche di economia e finanza. “L’educazione finanziaria può rientrare a pieno titolo anche in questo insegnamento, poiché fornisce strumenti per una cittadinanza piena. Ci auguriamo che questa sia anche l’interpretazione di tutti coloro che attueranno nel concreto la didattica” - ha dichiarato Franco.
Financial Literacy, urgente migliorare le competenze dei nostri studenti a partire dalla scuola
In questo contesto si inserisce, quindi la sfida di Banca d’Italia: “La Banca d’Italia - sostiene Angela Romagnoli - è impegnata da oltre un decennio per l'educazione finanziaria nelle scuole raggiungendo negli anni mezzo milione di studenti. Dopo un decennio il progetto aveva necessità di un rinnovamento: per questo sono state ampliate le competenze necessarie per avere una cittadinanza economica attiva.” Coadiuvando quindi la scuola, che ha un enorme compito, quello di attenuare le differenze tra gli studenti per dare a tutti pari opportunità: “Più competenze, più fiducia, meno divari, uguale scuola - sottolinea Daniela Marconi -. “La scuola può attenuare i divari tra indirizzi scolastici, di genere, quelli legati al background familiare e irrobustire le competenze di base nelle materie economiche e finanziarie”.“Crediamo sia urgente accrescere le competenze finanziarie dei giovani e che sia alla nostra portata se lavoriamo insieme”, le fa eco Magda Bianco, che assicura: “Siamo pronti a lavorare con il MI, Invalsi, Indire, Uffici scolastici regionali, presidi e insegnanti per portare i progetti negli istituti con gli strumenti più utili.”
“La differenza tra la media OCSE e quella italiana è indizio di una situazione che deve destare allarme” ha commentato la presidente INVALSI Anna Maria Ajello, che ha puntato il dito anche contro i “tabù” e gli stereotipi tipici del nostro Paese, e affermato l’esigenza reale di potenziare l’educazione finanziaria. Ma proprio dove c’è mancanza, si può e si deve operare: “Esiste largo spazio per gli insegnanti a muoversi in una direzione che riduca le difficoltà dei ragazzi” ha affermato la Ajello. “È un compito che dobbiamo svolgere e statistiche che dobbiamo cambiare” incalza Annamaria Lusardi. “L’educazione finanziaria si deve inserire nell’educazione civica. E deve esserne la materia principe. Perché tramite queste conoscenze finanziarie possiamo partecipare alla società”.