ImmaFer
Autore
4 min
Docente sospeso per le sue frasi

Un professore di un liceo scientifico di Grosseto è stato sospeso per due giorni a causa di espressioni ritenute offensive. Ma una recente sentenza del Tribunale ha ribaltato il provvedimento. Secondo il giudice, le frasi incriminate non avevano intento discriminatorio e il contesto in cui erano state pronunciate è risultato determinante per il reintegro del docente.

Indice

  1. Due giorni di sospensione per “linguaggio non consono”
  2. L’aula come contesto "ironico"
  3. Nessuna volontà offensiva o discriminatoria
  4. Nessuna prova
  5. Uso della mail: contestazione irrilevante
  6. Condannata la scuola

Due giorni di sospensione per “linguaggio non consono”

La sanzione era stata inflitta nell’estate del 2023 dall’Ufficio Scolastico Regionale, che aveva contestato al docente l’uso di termini come “ebreo, handicappato, nero, omosessuale, privo di figura paterna, rompipalle” durante le lezioni. A questo si aggiungeva l’utilizzo improprio della mail istituzionale, dove il professore aveva inserito nella firma riferimenti alla propria attività lavorativa esterna.

Il caso è arrivato in tribunale, dove il docente ha presentato ricorso contro la sospensione e la privazione della retribuzione. Secondo quanto riferito da 'Orizzontescuola', il 5 agosto 2025 è arrivata la sentenza (n. 311/2025), con cui il giudice ha annullato integralmente il provvedimento.

L’aula come contesto "ironico"

Durante il procedimento, diversi testimoni - soprattutto suoi alunni - hanno fornito una ricostruzione alternativa rispetto a quella contenuta nella sanzione disciplinare. Un ex alunno, chiamato a testimoniare dalla stessa scuola, ha spiegato che le frasi venivano pronunciate in tono sarcastico. “Usava quelle parole per farci capire che in realtà eravamo tutti uguali”, ha dichiarato.

Anche una collega insegnante ha contribuito a chiarire il contesto, definendo la classe come “problematica” e segnata dalle difficoltà legate alla didattica a distanza. Gli studenti, secondo la testimone, mostrano spesso atteggiamenti ostili nei confronti dei docenti più esigenti.

Nessuna volontà offensiva o discriminatoria

Secondo quanto stabilito dal tribunale, le espressioni utilizzate non erano finalizzate a offendere o discriminare. Un elemento ritenuto decisivo è stato il comportamento del docente nei confronti di uno studente vittima di bullismo: il professore si era attivato personalmente, segnalando la situazione e chiedendo il supporto di uno psicologo. Un’azione, secondo il giudice, incompatibile con quella di un docente che voglia deliberatamente emarginare o colpire gli studenti con parole offensive.

Niente prove a carico

Un’altra delle contestazioni riguardava un presunto episodio avvenuto durante una gita scolastica, durante la quale il professore avrebbe usato termini volgari davanti agli studenti. Tuttavia, la collega presente ha smentito, affermando che l’unico intervento del docente fu un rimprovero rivolto ai ragazzi per comportamenti scorretti. Nessuna delle frasi contestate sarebbe stata effettivamente pronunciata.

Uso della mail: contestazione irrilevante

Anche l’utilizzo della mail istituzionale, che conteneva riferimenti ad attività lavorative esterne, è stato ritenuto non significativo ai fini disciplinari. Il tribunale ha osservato che la prassi era nota all’interno dell’istituto e mai aveva suscitato segnalazioni o richiami formali.

Condannata la scuola

La sentenza ha inoltre condannato l’amministrazione scolastica al pagamento delle spese legali, per un totale di 4.629 euro. Il giudice ha sottolineato che una sanzione disciplinare, anche se di lieve entità, può avere conseguenze rilevanti sullo status professionale del lavoratore e non può essere valutata solo in base al danno economico diretto.

Skuola | TV
E ADESSO? La verità su cosa fare dopo la maturità

Rivedi lo speciale di Skuola.net e Gi Group dedicato a tutti i maturandi che vogliono prendere una decisione consapevole sul proprio futuro grazie ai consigli di esperti del settore.

Segui la diretta