
Diploma di maturità in quattro anni, anziché in cinque, negli istituti tecnici e professionali. Con la possibilità di perfezionarsi ulteriormente per un biennio aggiuntivo, da svolgere presso gli ITS Academy - gli ex Istituti Tecnici Superiori - oppure di andare direttamente a lavorare ma anche all’università.
La Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo al Ddl che riforma il sistema di istruzione tecnico-professionale introducendo la nuova filiera 4+2.Ddl 4+2: tra formazione e mondo del lavoro
Non si tratta solo di una rimodulazione temporale del piano di studi, ma della nascita di un percorso condiviso tra formazione e mondo del lavoro, per aiutare i giovani a passare velocemente dal ruolo di studente a quello di lavoratore, mantenendo una coerenza tra il percorso fatto e le mansioni svolte.
Inoltre, nonostante l’approvazione in piena estate, le scuole potranno aprire alla novità già dall’imminente anno scolastico 2024/25. O meglio, quelle che a gennaio sono state ammesse alla sperimentazione dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Si tratta di 171 istituti tecnici e professionali, per un totale di 193 corsi.
Ciò non vuol dire, però, che in futuro tutte le scuole che hanno nella propria offerta indirizzi tecnici e professionali passeranno al 4+2. Dal MIM fanno sapere che l'adesione rimane su base volontaria: saranno i singoli istituti a decidere se e in che misura aderire.
Verso un potenziamento dello studio: incremento delle materie STEM e delle lingue, maggiore presenza di professionisti e valorizzazione dei PCTO
Entrando più nel cuore della riforma, i cardini del Ddl sono sicuramente una maggiore interazione tra le scuole e il mondo del lavoro e una maggior presenza di esperti provenienti dalle imprese, per coprire competenze che non sono presenti nell’attuale classe insegnante a disposizione degli istituti. Gli organici dei docenti resteranno comunque invariati portando dunque, con la spinta dei professionisti “prestati” dalle aziende, a un potenziamento dello studio delle discipline nel quadriennio. Un fatto che ha generato numerose polemiche in merito a una possibile privatizzazione del sistema scolastico. Ma un assetto del genere, di fatto, è già realtà negli ITS Academy da diversi anni.
Dal punto di vista della didattica vera e propria, invece, verrà incrementato lo studio delle materie STEM e delle lingue. E si assisterà a una maggiore valorizzazione delle attività di laboratorio e dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO). Gli istituti, in aggiunta, potranno poi riservare quote orarie da destinare ad attività legate al territorio.
La riduzione della durata dei percorsi, va ricordato, non corrisponderà a una riduzione del quadro formativo: come già ampiamente visto in altre sperimentazioni di percorsi quadriennali già esistenti, in 4 anni il monte ore di lezioni sarà tale da permettere il raggiungimento delle competenze previste al termine dei percorsi tradizionali.
La nascita dei Campus per collegare domanda e offerta
Parallelamente, vengono istituiti i “Campus”, ovvero reti che puntano a collegare l’offerta didattica degli istituti tecnici e professionali, degli ITS Academy e dei centri di formazione professionale.
E per chi non volesse seguire lo schema standard? Nessun problema: come detto, per loro resta aperta la possibilità di iscriversi all’università - i nuovi diplomi quadriennali lo consentono - oppure di cercare direttamente lavoro.
@skuolanet Come funziona la riforma dell’Istruzione tecnico-professionale? Ce lo spiega Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito. #imparacontiktok #perte #mim #skuolanet #istruzione #ilministrorisponde suono originale - Skuola.net
Ministro Valditara: Costruiamo un canale di istruzione di serie A”
“Con la nuova filiera tecnico-professionale - ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara - costruiamo un canale di istruzione di serie A, in grado di dare una solida formazione ai nostri ragazzi, secondo programmi fortemente innovativi, che assicureranno competenze teoriche e pratiche di qualità, anche grazie al contributo delle imprese”.
Al tempo stesso, secondo il Ministro, la riforma consentirà al sistema produttivo di “avere le professionalità necessarie per essere competitivo. Ad oggi la metà delle aziende fa fatica a coprire i posti disponibili, questa è la realtà. Un mismatch drammatico tra offerta e domanda di lavoro. Noi ce ne siamo fatti carico”.