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di paolodifalco01
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gli alberghieri non attirano piùA differenza di quanto accadeva qualche anno fa, gli istituti alberghieri non attirano più gli studenti della terza media: basti pensare che attorno al 2010 l'istituto più popoloso d'Italia era proprio un alberghiero ovvero l'istituto Pietro Piazza di Palermo frequentato da quasi 3mila studenti e che adesso ne conta solamente 2300.

A lanciare l'allarme è stato l’Osservatorio Ristorazione attraverso il rapporto 2022: se per l'anno scolastico 2014/15 gli iscritti erano 64.296 studenti, in pochi anni, le iscrizioni sono diminuite del 47% sino a toccare la cifra di 34.015 durante l'anno scolastico 2021/22.

Calo degli iscritti negli Istituti Alberghieri: la pandemia e la retribuzione

Diverse sono le cause del crollo di iscrizioni negli istituti alberghieri e tra le tante c'è sicuramente la pandemia che ha portato ad un calo del 20%: se nel 2019/2020 i ragazzi che hanno scelto di proseguire i loro studi in questi istituti erano 29.400, dopo il Covid si è registrato un calo di ben 6mila studenti.

Tra le varie cause c'è anche quella relativa alla precarietà lavorativa che caratterizza il settore come ha sottolineato il 19enne Tommaso Attura su Repubblica:"Lavorare in questo settore è molto pesante.

Ho iniziato in altri ristoranti che per 9 ore di lavoro al giorno mi pagavano 7/800 euro al mese. Ed è infatti durata poco. Oggi guadagno di più e mi accontento. Un ragazzo di vent’anni non può pretendere, senza molta esperienza, di guadagnare 2mila euro al mese".

Tra le altre cause del calo la formazione professionale regionale e le diverse esigenze del territorio

Il Preside dell'Istituto Pietro Piazza di Palermo sempre su Repubblica ha cercato di avanzare altre ipotesi per provare a spiegare il calo delle iscrizioni:"Non sono d’accordo che la colpa sia dei contratti capestro: ci accertiamo che le aziende che ci chiedono personale per Pcto o apprendistato rispettino i contratti. Da noi influisce molto il tasso di natalità e una forte emigrazione. C’è poi il discorso della formazione professionale regionale che avendo più risorse a disposizione attrae gli studenti con divise, tablet e altro gratis. Cose che noi non possiamo garantire e in più occorre comprare i libri di testo".

"Per invertire il trend" - sostiene su Repubblica Luigi Valentini, Presidente della Rete nazionale istituti alberghieri - "dobbiamo capire meglio le esigenze del territorio, ma anche gli altri attori, enti locali, ministero dell’Istruzione e imprenditori, devono contribuire. Anche le retribuzioni spesso non sono adeguate. C’è una giungla e in alcuni casi una sorta di sfruttamento".

Paolo Di Falco