
Altro che lingua morta, il latino è logica e insegna a ragionare. Allo stesso modo, la storia dell'Occidente è il lasciapassare che i giovani hanno per farsi un'idea sul mondo di oggi: da dove veniamo, chi siamo e dove vogliamo andare.
Parola del Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, proncunciate durante il question time al Senato del 20 marzo.
Il Ministro, in questo modo, ha difeso a spada tratta le recenti nuove indicazioni sui programmi scolastici per le scuole dell'infanzia e del I ciclo d'istruzione, spiegando perché è necessario adottare le linee guida tra i banchi.Indice
L'allarme: "Quasi la metà degli studenti delle superiori non raggiunge i livelli minimi"
Nel suo discorso, il Ministro dell'Istruzione e del Merito è partito dall'inizio - anzi “dalla realtà” - citando i dati dell'ultimo rapporto Censis, secondo cui il 35% degli adulti italiani non riesce a comprendere se non testi molto brevi e molto semplici: “Solo il 5% raggiunge livelli adeguati di comprensione della scrittura. Tra gli studenti delle superiori, ben il 43,5% non raggiunge competenze minime in italiano e il 47,5% in matematica.
Un italiano su cinque, poi, non sa chi fosse Giuseppe Mazzini. Il 41% degli studenti confonde le poesie di Leopardi con quelle di D'Annunzio. Molti studenti non sanno neppure situare la Palestina e qualcuno persino non conosce dove si trova il Po”, esordisce il numero uno del MIM, accennando ai disastrosi dati sull'analfabetismo funzionale che dilaga nelle scuole.
Una problematica per cui dalle parti del MIM gli addetti ai lavori si sono già attivati. Adesso, dopo aver promosso Agenda Sud e Agenda Nord - il piano estate per l'inclusione, l'insegnamento potenziato dell'italiano per gli stranieri di primo arrivo; dopo aver distribuito importanti risorse europee per la lotta alla dispersione scolastica - “è arrivato il momento di intervenire sulle indicazioni nazionali, per chi non conosca il linguaggio della scuola, per i programmi scolastici.”
Nuove Indicazioni sui programmi scolastici: Valditara rilancia
Questo perché, secondo Valditara, “negli ultimi decenni si sono affermate tendenze pedagogiche e culturali che sono, a nostro avviso, all'origine del decadimento di alcune conoscenze.
Si è sentito parlare di spontaneismo espressivo, vi è stata una sottovalutazione dell'importanza della grammatica e della sintassi, l'eliminazione del latino, considerato troppo difficile o addirittura lingua morta, sparita la memorizzazione delle poesie, spazio marginale ai riassunti, poca attenzione alla calligrafia, soprattutto la marginalizzazione della storia dell'Occidente.”
Da qui, la difesa delle nuove linee guida sui programmi scolastici diramate a livello nazionale. “La grammatica e sintassi servono per capire e per farsi capire, esprimono la cultura della regola.
La memoria è fondamentale, proprio in un'epoca, quella di internet, del cellulare, dove la memoria è sempre meno esercitata, e poi le poesie arricchiscono il bagaglio espressivo dei nostri giovani, suggeriscono delle immagini meravigliose.
Il riassunto stimola la chiarezza e anche il rispetto verso l'altro, che non deve prestare un'attenzione infinita per discussioni, rappresentazioni barocche.”
E, a proposito di epoche lontane, il Ministro ha inoltre rivendicato la reintroduzione del latino alle scuole medie. Altro che lingua morta, tutto il contrario: “è espressione della logica, della capacità, insegna a ragionare. La grammatica latina è alla base della grammatica della lingua italiana, quindi, conoscere quella significa conoscere meglio anche la nostra grammatica, e poi significa conoscere gli elementi fondamentali di una civiltà.”
Allo stesso modo, si rende necessaria anche la storia dell'Occidente, “per capire da dove veniamo, chi siamo e dove vogliamo andare, valorizzando principi importanti come la democrazia, la libertà, l'umanità, la buona fede, l'equità, che sono grandi principi valoriali dell'Occidente. La storia della musica, la storia dell'arte, anche qui per comprendere meglio la nostra cultura.”
La Bibbia come testimonianza culturale del nostro passato
Poi, il passaggio tra i più contestati, quello sulla lettura della Bibbia nelle scuole elementari. “non come spinta verso una diminuzione della laicità dello Stato – specifica subito Valditara - ma invece proprio come testimonianza culturale straordinaria che è a fondamento della nostra arte, della nostra cultura, della nostra civiltà.”
Infine l'epica, intesa come “il nostro patrimonio di valori”, e l'introduzione di nozioni di informatica a partire dalle scuole elementari e “una nuova didattica per le materie STEM, partendo dalla realtà e dal laboratorio per arrivare alla teoria. Ritengo che anche così noi diamo un futuro ai nostri giovani”.