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presidiNovità in arrivo per il prossimo concorso dirigenti scolastici.

In un contesto educativo dove predominano le donne, basti pensare che sono circa l'80% tra i dirigenti scolastici mentre ben 580.000 sui 700.000 docenti sono di sesso femminile, emerge un nuovo orientamento nelle politiche di assunzione del personale scolastico. Vediamo meglio nel dettaglio di cosa si tratta.

Cosa prevede il bando

"Considerate le percentuali di rappresentatività di genere in ciascuna regione, viene garantito l’equilibrio di genere applicando nelle regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto, in cui il differenziale tra i generi è superiore al 30 per cento, il titolo di preferenza in favore del genere maschile in quanto meno rappresentato". Questo quanto prevede l’articolo 10 del nuovo bando per i futuri dirigenti scolastici italiani nelle 15 regioni chiamate in causa, dove gli uomini che ricoprono tale ruolo sono in netta minoranza. Fuorviante, però, dire che il Ministero ha introdotto le 'quote blu' perché non è stata prevista nel bando alcuna riserva a favore dei candidati di genere maschile, ma solo una preferenza che non sovverte l’ordine di graduatoria dei vincitori del concorso”, precisa comunque il Ministero dell’Istruzione e del Merito.

A parità di merito preferenza agli uomini

Il prossimo concorso per dirigenti scolastici, comunque, segna una svolta: la preferenza, a parità di merito, sarà data ai candidati uomini. Il cambiamento segue il decreto di giugno, mirato a garantire l'equilibrio di genere nelle pubbliche amministrazioni. Infatti, come segnala Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, nei bandi per il reclutamento nelle pubbliche amministrazioni occorre indicare, per la qualifica messa a concorso, la percentuale di rappresentatività dei generi nell’amministrazione che lo bandisce, calcolata alla data del 31 dicembre dell’anno precedente. Qualora il differenziale fra i generi sia superiore al 30 per cento, a parità di titoli e di merito, e in assenza di ulteriori benefici previsti da leggi speciali, si applica la preferenza in favore del genere meno rappresentato in sede di scorrimento della graduatoria. La sua applicazione in un settore del pubblico impiego in cui, come noto, prevale il genere femminile fra il personale già in servizio determinerà, in quasi tutte le regioni, l’applicazione della preferenza a favore dei vincitori di genere maschile. In quelle regioni dove il differenziale non supera il 30 per cento (come ad esempio la Sardegna) la preferenza non trova applicazione.

Stereotipi di genere e necessità di cambiamento

Le donne sono oltre l’80% del corpo docente, oltre il 90% alla primaria. E tra i dirigenti (rara se non unica volta che prevalgono in ruoli apicali, di responsabilità), rappresentano il 70% del totale. L’attuale situazione potrebbe essere influenzata da stereotipi di genere, che vedono l'insegnamento come un mestiere più adatto alle donne. La soluzione proposta dal Ministero dell'Istruzione e del Merito, alla luce delle modifiche governative, mira a riequilibrare questa disparità. Tuttavia, la decisione ha sollevato preoccupazioni tra i sindacati, come sottolineato a 'Il Messaggero' da Giuseppe D’Aprile della Uil Scuola, che critica la norma come un'introduzione di "falsa uguaglianza". L’esponente sindacale, infatti, spiega: “Un passo indietro perché introduce meccanismi di falsa uguaglianza perché non tiene in nessun conto l’esperienza, la capacità e le attitudini. Pensare di creare una perequazione al contrario, indicando il genere maschile come da preferire, introduce nella scuola una diversificazione di genere della quale non si sente assolutamente il bisogno”
Data pubblicazione 13 Novembre 2023, Ore 9:24 Data aggiornamento 13 Novembre 2023, Ore 9:32
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