
Quindi, secondo questa ricerca scientifica, i compiti per casa fanno migliorare le prestazioni degli studenti oppure no? Andiamo a vederlo insieme.
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Compiti semplici e brevi
Secondo quanto rivelato da uno studio scientifico condotto dalla Duke University nel 2020 pubblicato sull'International Journal of Research on Service-Learning and Community Engagement, il vantaggio dei compiti a casa cambia negli anni a seconda del tipo di scuola che si frequenta. Il legame tra compiti e un maggior rendimento è molto debole per la scuola elementare ed è invece moderato a livello della scuola secondaria di I grado.Inoltre, in una recente revisione dello stesso studio, i ricercatori hanno rilevato che i compiti sono utili ma nel momento in cui se ne assegnano in quantità eccessive diventano controproducenti oltre a mettere in evidenza che i compiti a casa sono più vantaggiosi per gli studenti più grandi rispetto a quelli più piccoli. Ma, quali sarebbero i compiti ideali? Secondo uno dei ricercatori, Cooper, i compiti dovrebbero essere semplici e brevi, coinvolgere le famiglie e coinvolgere gli interessi degli studenti.
Più compiti si traducono in prestazioni migliori?
Sempre in questo studio i ricercatori hanno avuto modo di notare come i Paesi che assegnano più compiti non hanno prestazioni migliori da parte dei loro studenti. Gli studenti degli Stati dove si assegnano meno compiti come il Giappone, la Danimarca e la Repubblica Ceca, invece, hanno superato per competenze acquisite quegli degli Stati dove si assegnano più compiti come Grecia, Thailandia e Iran.La Finlandia, per esempio, limita i compiti della scuole superiori a mezz'ora a giornata e, nonostante l'esiguo carico, è uno tra i Paesi che più si distingue per i risultati ottenuti in campo formativo nei diversi test internazionali che misurano il livello di istruzione.
Paolo Di Falco