
Tra le misure più discusse c'è lo stop alle didattica a distanza e alle mascherine e anche, aggiungono i medici della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) "la responsabilità della gestione dei contagi scaricata sulle spalle di presidi e personale scolastico": andiamo a vedere perché.
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Le critiche sulle misure del vademecum ministeriale
Secondo i medici della Società Italiana di Medicina Ambientale "le nuove indicazioni fornite dal Ministero non sembrano adatte a gestire correttamente l’emergenza Covid all’interno delle aule scolastiche". A spiegare il perché siano inadatte è il presidente del Sima Allessandro Miani:"È consentita la permanenza a scuola a bambini e studenti con sintomi respiratori di lieve entità, ma non si capisce chi deve stabilire i sintomi e sulla base di quale parametri"."Viene poi lasciata alla totale discrezionalità dei singoli l’adozione di strumenti di protezione, e dovranno essere presidi e personale scolastico, che non hanno alcuna competenza medica, a capire se una sintomatologia sia o meno compatibile con il Covid, e adottare le misure del caso. Una situazione di generale incertezza che, alla riapertura degli istituti scolastici, rischia di avere ricadute sul fronte della salute pubblica e sui contagi" conclude Miani.
Le responsabilità scaricate sui presidi
Oltre alla rilevazione dei sintomi del Covid, ai dirigenti scolastici, come spiega lo stesso Miani, si chiede anche di "intervenire sul risparmio energetico nelle aule e contemporaneamente si dice loro di aprire le finestre come unica misura per areare i locali e quindi mitigare il rischio airborne del virus. Sembra un cortocircuito istituzionale in cui si indicano strategie opposte per contenere i consumi di energia e al tempo stesso aumentarli"."In questo contesto chi poi potrà sapere quando e per quanto tempo sarà necessario aprire le finestre e nei mesi invernali quanta energia in più dovremo consumare per il riscaldamento se per ridurre i contagi in aula bisogna areare con ventilazione naturale?" In particolar modo il Ministero non avrebbe ascoltato lo stesso Sima che "da oltre un anno e mezzo suggerisce di dotare le aule di sensori smart di CO2 a semaforo, scientificamente validati, per poter essere allertati sulla necessità e durata delle azioni di areazione e ricorda che in un suo studio realizzato in scuole pugliesi nel 45% degli Istituti la sola ventilazione naturale non è stata sufficiente a mitigare il rischio Covid-19".
Con queste premesse "per il terzo anno consecutivo di pandemia l'inizio dell'anno scolastico potrebbe essere foriero di rischi per le famiglie in ottica Covid e malanni stagionali".
Paolo Di Falco