
Più di due ore al giorno per svolgere i compiti a casa, che si sommano a una frequenza scolastica di circa 27 ore settimanali. Ormai non è più un segreto: gli studenti italiani sono tra quelli che dedicano più tempo ai libri e allo studio in generale, rinunciando ai propri hobby e passioni.
Secondo l'ultima indagine Censis, infatti, in tutta Europa i nostri studenti sono quelli più oberati di lavoro: i compiti a casa, in particolare, gli rubano circa 2,3 ore al giorno del loro tempo libero, contro, per esempio, le circa 1,2 ore impiegate dai coetanei tedeschi.
In alcune zone si è già corsi ai ripari, come per esempio nella Provincia di Trento, altrove, invece, la situazione è decisamente complicata: come dimostrano le polemiche di molte famiglie.
Indice
I compiti a casa non (sempre) migliorano l'apprendimento: il parere dei presidi
La domanda che in molti si stanno facendo in questo periodo è: i compiti a casa sono un valore aggiunto? La questione tiene banco già da un po'.
Di recente, un comitato di genitori ha scritto al Ministro Valditara in persona denunciando un esagerato carico di compiti. Secondo loro (e molti altri), non sempre il carico aggiuntivo di compiti corrisponde a risultati migliori nell'apprendimento.
Anche nelle scuole, l'opinione comune è che la normativa sui compiti vada ritoccata: non è quindi un caso che il 67,5% dei dirigenti scolastici chieda a gran voce una regolamentazione specifica, al di là delle circolari risalenti agli anni ’60.
Allo stesso tempo, il 63,7% ribadisce l’importanza di assegnare i compiti a casa, mentre per l’85,4% gli insegnanti dovrebbero essere più attenti alle ricadute sull’apprendimento.
Compiti 'passivi': così il rendimento degli studenti non migliora
Per il 52,5% dei presidi, infatti, i docenti si limiterebbero a verificare lo svolgimento degli esercizi, senza correggerli.
E il 51% ritiene che gran parte dei docenti dia per scontato che i genitori debbano supportare i figli nello studio domestico, e senza tenere conto di un fatto: spesso vengono assegnati compiti che gli alunni non saprebbero svolgere senza l’aiuto dei genitori. Ne è convinto il 63% dei presidi.