
La presentazione del nuovo codice di condotta contro le molestie, elaborato dalla Rete degli Studenti Medi del Lazio, arriva in un momento in cui il tema della sicurezza e del rispetto negli istituti scolastici è tornato al centro del dibattito pubblico, a seguito dell'episodio di violenza avvenuto al liceo Giulio Cesare.
Gli studenti chiedono alle istituzioni proprio di adottare strumenti chiari e immediatamente applicabili per prevenire episodi di violenza di genere e tutelare la dignità di chi vive la scuola ogni giorno. "Vogliamo una scuola che curi la società, che educhi le nuove generazioni per interrompere il ciclo di violenza che va avanti da troppo tempo”, ha spiegato un rappresentante della Rete.
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Quali sono le necessità degli studenti sul tema
“Vogliamo un codice di condotta in ogni scuola, che serva specialmente nella prevenzione della violenza di genere”. Con queste parole, la coordinatrice regionale ha aperto la presentazione del documento alla Città dell’Altra Economia. La campagna definisce con precisione le diverse forme di molestia, individuando comportamenti che “delinei i comportamenti lesivi della dignità di studenti e studentesse”.
Il lavoro nasce dai banchi di scuola: “Abbiamo iniziato con questionari testati tra i compagni”, è stato spiegato, presentando i risultati dell’indagine. Dal sondaggio emerge che una ragazza su quattro ha subito molestie da coetanei o adulti e che la maggior parte non ha ricevuto alcun sostegno in quel momento.
Il documento redatto dalla Rete degli Studenti include diversi tipi di molestie, da quelle sessuali a quelle morali, passando per atti vessatori, delegittimazione, emarginazione, discriminazioni e mobbing.
I primi codici già approvati
In alcuni atenei romani i percorsi di regolamentazione contro le molestie sono già attivi. “Il nostro lavoro è iniziato un anno fa, con un’indagine che ha raccolto 700 segnalazioni", ha raccontato una rappresentante dal senato accademico di RomaTre. "Il 22 per cento degli intervistati ha dichiarato di aver subito molestie e altro tipo discriminazione. Più del 50% dei casi arriva da tutor, professori, assistenti. Il 70% degli studenti non ha segnalato quel che stava vivendo. Abbiamo lavorato con avvocati e giuriste su un codice che prevenga le discriminazioni e le molestie. Protegge le vittime con un regolamento e annesse procedure di correzione, promuove relazioni rispettose con l’intento di liberare l’università dalla violenza di genere”.
Testimonianze arrivano anche da La Sapienza, dove il codice di comportamento è stato recentemente aggiornato.
L’appello alle istituzioni: educazione, tutela e inclusività
La Rete degli Studenti, nel suo programma, chiede inoltre che in tutte le scuole:
- vengano introdotti corsi di educazione sessuo-affettiva,
- venga riconosciuto il congedo mestruale,
- venga creato un fondo per distributori di assorbenti gratuiti.
Tra le misure immaginate rientra, poi, l’adozione dei regolamenti Alias, che consentirebbero alle persone in transizione di genere di utilizzare un nome scelto nell’ambiente scolastico, senza obbligo di diagnosi di disforia.
Un insieme di rivendicazioni, queste, che gli studenti considerano un segnale necessario di rispetto e dignità all’interno delle scuola e delle università.