
I casi di dress code scolastico, con regole precise e puntuali sull'abbigliamento che gli studenti devono adottare per andare a scuola, sono tutt'altro che isolati. Secondo un sondaggio che abbiamo svolto noi di Skuola.net, ben 3 giovani su 10 devono seguire delle indicazioni sul vestiario.
Così, dopo le polemiche partite da Taormina sui volantini che indicavano con dei disegni come vestirsi a scuola, tanti altri studenti vogliono far sentire la propria voce.
Una delle più interessanti arrivate negli ultimi giorni tramite la nostra community è quella che segnala come queste norme spesso non tengono conto delle condizioni reali in cui gli studenti vivono le loro giornate.
La segnalazione proviene da Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, in un liceo che peraltro - a detta dello studente - è finito sotto i riflettori dei media nazionali.
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La testimonianza dello studente
“Ciao, sono un alunno del liceo X di Pomigliano d’Arco. Oggi è venuta Rai1 per registrare una parte della puntata de La Vita in Diretta, andata in onda il 18 settembre (alla fine della puntata). La puntata riguarda la circolare del nostro preside sul dress code: niente maglie corte, pantaloncini o tenute estive in generale”.
Lo studente racconta come la decisione della scuola sia stata ripresa dalla tv nazionale, trasformandosi in un caso che ha superato i confini locali.
Le condizioni nelle classi: "Nessuno stardard viene rispettato"
Quello che però gli studenti contestano è il contesto in cui vengono applicate queste regole.
“Quello che vorrei sottolineare – e con me tanti altri studenti (siamo 1385) – è che frequentiamo una scuola che, dal punto di vista strutturale, ha ben poco. Le classi sono piccolissime: ogni studente ha a disposizione meno di 1 m², quando la norma prevede almeno 1,96 m² per alunno, con soffitti alti almeno 3 metri. Nessuno di questi standard viene rispettato”.
Numeri che parlano da soli: spazi strettissimi e condizioni lontane da quelle richieste per legge.
Il caldo insopportabile
Un altro punto critico è la temperatura nelle aule.
“Inviterei quindi chi ha dato ragione al preside – e il preside stesso – a passare 5 ore nelle nostre condizioni (attualmente dalle 8 alle 13, ma a breve dalle 8 alle 14, o dalle 8 alle 15 per il quadriennale). Come si vede dal meteo (che allega), nelle ore di punta la temperatura esterna supera i 30°C: potete immaginare quella interna”.
Con il caldo di settembre, dunque, la scelta di vietare abiti leggeri diventa ancora più difficile da accettare per i ragazzi.
La circolare del preside
Nella comunicazione ufficiale della scuola si legge:
“Si rammenta che i concetti di decoro e sobrietà sono suscettibili di variabilità per evitare sensazioni di limitare la libertà individuale, si raccomanda di non indossare, per i suddetti motivi di decoro e ambiente didattico, abiti eccessivamente corti e attillati (ad esempio magliette troppo corte, bermuda, canottiere, pantaloni con strappi anche estesi), pantaloni e gonne pantaloncini corti, bermuda e canottiere, pantaloni e gonne estremamente strappati, magliette troppo corte o attillate, ciabatte e infradito.”
Parole che ribadiscono la necessità di decoro e sobrietà, ma che per molti studenti finisce per diventare un vero e propria situazione di diagio.