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Il caso della scuola di Crema con un solo iscritto al Liceo Made in Italy articolo

Un piccolo caso 'politico' che dalla provincia di Crema è arrivato fino ai banchi del Parlamento. Al centro della vicenda troviamo il percorso scolastico pensato dal governo, vale a dire il Liceo del Made in Italy.

Una novità che in provincia non ha riscosso il successo sperato: in una scuola di Crema solo uno studente, infatti, ha risposto alla 'chiamata' del nuovo percorso scolastico.

Per questo motivo il preside aveva pensato di attivare comunque la nuova classe, sorteggiando gli studenti tra quelli che si erano pre-iscritti al percorso del liceo economico-sociale. Un fatto che non è andato giù a genitori e studenti, con la vicenda che è arrivata fino ai banchi del Senato.

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La lettera del preside

La vicenda risale allo scorso martedì, quando il preside dell'istituto aveva allertato i genitori con una lettera. Nella missiva il dirigente scolastico avrebbe annunciato che, in assenza di volontari, la classe del Liceo Made in Italy si sarebbe formata in estrema ratio estraendo a sorte 24 studenti tra i 48 che si erano immatricolati all'indirizzo economico-sociale. Di seguito la lettera riportata da 'Il Post':

Al nostro istituto è stato concesso di avviare per il prossimo anno scolastico due classi del liceo Made in Italy in sostituzione dell’opzione economico sociale. Tuttavia, visto il numero rilevante di richieste di iscrizione per questo secondo indirizzo e al fine di accontentare il maggior numero di famiglie, abbiamo deciso di mantenere per il prossimo anno entrambe le opzioni. Abbiamo provveduto a suddividere gli alunni nelle due classi sulla base delle richieste volontarie o, come estrema ratio [sic], tramite sorteggio”.

Il caso in Parlamento e il dietrofront del preside: "Adesioni volontarie da parte delle famiglie"

La vicenda è finita subito alla ribalta delle cronache, al punto da scomodare anche la politica. Infatti, stando alla missiva, studentesse e studenti avrebbero dovuto frequentare un indirizzo diverso da quello che avevamo liberamente deciso in precedenza. Per questo motivo la senatrice PD Simona Malpezzi – come si legge su 'Adkronos' - aveva presentato un'interrogazione parlamentare al riguardo, parlando di “una situazione inammissibile per cui chiederemo spiegazioni al ministro Giuseppe Valditara”. La vicenda si è però spenta sul nascere: il preside ha infatti specificato che il liceo del Made in Italy partirà solo con il consenso di studenti e genitori. “Stiamo terminando la fase di valutazione delle domande, prevista alla conclusione delle iscrizioni online. Confermo che, senza adesioni volontarie da parte delle famiglie, il “Liceo del Made in Italy” non partirà, ma attiveremo due classi di liceo economico-sociale, come richiesto dalle famiglie” ha detto il dirigente scolastico al quotidiano locale 'La Provincia di Cremona'.