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Scuola, caos sul rientro del 26 aprile: oggi incontro con le regioni

Lunedì 26 aprile tutti gli studenti di ogni ordine e grado e residenti in zone gialle e arancioni potranno far rientro tra i banchi di scuola. La decisione del Governo, però, non convince alcuni governatori regionali: a loro avviso il rischio di contagio è ancora molto alto e gli stessi dirigenti scolastici non vogliono assumersi la responsabilità di far rientrare tutti gli studenti al 100%.

Dato il caos generale e le questioni ancora irrisolte, questo pomeriggio è previsto un incontro con ministri, governatori regionali e rappresentati dei sindaci e delle regioni.

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Dopo un lungo periodo contrassegnato da rigide disposizioni governative, maggio si presenta a tutti gli effetti come il mese delle riaperture. Per iniziare, il Governo ha deciso di concedere il rientro in presenza a tutti gli studenti di ogni ordine e grado, purché residenti in zona gialla o arancione. La data della ripartenza della didattica in presenza è fissata per il 26 aprile, sebbene il caos e le questioni ancora irrisolte. A non approvare la decisione del Governo sono i governatori regionali che si sono mostrati titubanti ipotizzando le conseguenze date dal rientro in presenza di tutti gli studenti della scuola superiore. Dalla loro parte ci sarebbero anche gli stessi dirigenti scolastici, già pronti ad utilizzare la deroga che consente loro di lasciare una percentuale di studenti in didattica a distanza perché impossibilitati a rispettare tutti i protocolli anti-Covid. Per fare chiarezza sul rientro in presenza e risolvere il caos generato dai nodi ancora irrisolti, è stato dunque fissato un incontro con i ministri Gelmini, Speranza, Giannini e Bianchi, i governatori regionali, rappresentati dei sindaci e delle regioni.

Ritorno in presenza 26 aprile: i punti dell’incontro di oggi

Solo dopo l’incontro di oggi si potrà dunque sapere con certezza il destino dei tanti studenti in zona gialla o arancione. Nonostante la rimostranza dei governatori regionali, dei provveditorati e degli stessi dirigenti scolastici pare che il Premier Draghi non sia disposto a concedere deroghe. Della stessa idea è il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che - come riporta Il Messaggero - ha difeso la scelta del Governo affermando che “la scuola è stata per troppo tempo al margine del Paese”. È certo che le decisioni che dovranno essere prese oggi riguarderanno soprattutto la rimodulazione degli orari di ingresso e di uscita degli studenti, anche sulla base della capienza dei trasporti pubblici locali fissata al 50%. Un’altra ipotesi riguarda invece i test salivali che potrebbero diventare una realtà in tutti gli istituti scolastici.

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